venerdì, Aprile 26, 2024

Donne colpevoli nei secoli dei secoli? Itinerario tra le figure femminili della Bibbia (Adista)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

39954 BOLZANO-ADISTA. Eva, Sara e Agar, Tamar, Dina, Sifra e Pua, Miriam, Ruth, Anna… Le donne dell’universo biblico sono al centro di una iniziativa promossa a Bolzano da don Paolo Zambaldi, cappellano nelle parrocchie cittadine di Tre Santi e Sacra Famiglia, allo scopo di restituire loro la propria identità: un “laboratorio biblico” e un cineforum. Abbiamo chiesto a don Paolo di spiegarci il significato di questo progetto…

Paolo, perché questo focus sulle donne della Bibbia?

Sono numerose le donne che possiamo incontrare nel testo biblico. Alcune di esse sono per noi delle sconosciute, sostanzialmente invisibili; di altre conosciamo quasi solo il nome, anche se nella Bibbia hanno libri che le vedono protagoniste… Un intero universo al femminile “fagocitato” dalla narrazione delle vicende del patriarcato biblico.

Proprio per riflettere su queste figure femminili, per confrontarci sul testo, per aprire nuove prospettive, per uscire da una sua lettura “maschile” (se non maschilista!)… abbiamo deciso di proporre questo ciclo di incontri dal titolo “Donne colpevoli nei secoli dei secoli?”.

Il titolo svela molto delle intenzioni…

Infatti è interessante e costruttivo riuscire a scoprire l’origine del male oscuro che perseguita la vita delle donne, che le limita, le annichilisce, le violenta e spesso le uccide. Da dove nasce la legittimazione di questa esclusione? Chi ha autorizzato il maschio a fare il padrone? Chi ha reso lecita la sua violenza? Dio? La Bibbia? Le religioni? I maschi stessi che in virtù della loro forza (fisica/culturale) si sono arrogati tutti i diritti? Le donne che hanno passivamente accettato (per millenni) la loro sorte ritenendola immutabile? La natura che ha dotato gli uni di pregi e le altre di difetti e debolezze? Per tentare di riflettere su tutto ciò abbiamo pensato un programma ricco, che si articola in due itinerari che si integrano a vicenda:”La Bibbia letta dalle donne” e “Con gli occhi delle donne”.

Sembra di capire che, anche da un punto di vista metodologico, il percorso biblico rappresenti una novità… Com’è strutturato?

Questa offerta presenta tre novità fondamentali rispetto ad altre lectio riguardanti le donne.

Cominciamo dalla prima…

Ossia dall’esegesi all’interpretazione. Di solito, nella lectio tradizionale, c’è solo un tentativo di “ridurre” l’invisibilità femminile, facendo notare che nel racconto biblico in realtà ci sono anche storie di donne, donne decisive e importanti, sottolineando che Dio ha per loro un’attenzione, mettendo magari in evidenza quanto la cultura patriarcale condizioni i redattori, ma spesso omettendo di dire quanto l’interpretazione di quei testi, imposta dalle varie tradizioni religiose/patriarcali abbia di fatto reso la donna il simbolo stesso della colpa con tutte le conseguenze che sappiamo.

A partire, ad esempio, da Eva che “tentò” Adamo nell’Eden e lo trascinò per sempre nel dolore e che per questo fu trasformata in archetipo religioso/culturale potente, divenendo (per millenni) colei che aveva introdotto il peccato nel mondo, un peccato (originale), che aveva reso necessario un sacrificio di sangue (una redenzione) per essere cancellato.

La teologia della colpa, costruita dalle Chiese cristiane su questa immagine, ha legittimato e ancora legittima la persecuzione della donna e la sua subordinazione all’uomo marito, padre, chierico. Le interpretazioni esegetiche (alla base di quelle teologie) hanno dunque falsato, distorto i testi biblici che in realtà non lasciano intendere in nessun modo quella subordinazione, né una diminuzione, né una attribuzione di colpa, ma che piuttosto sottolineano come maschile e femminile siano” immagini di Dio”(Gen 1) e come l’uomo e la donna vengano investiti di uguali responsabilità nella costruzione del mondo (Gen 2 e 3).

Quindi il nostro focus si sposta sulla ricerca di una verità interpretativa che sveli le strumentalizzazioni “religiose”che hanno prodotto l’esclusione del femminile e che confutandole restituisca dignità alla parola di Dio e alle donne.

L’itinerario prosegue con “La Bibbia delle donne”…

I testi che ci guideranno in questo percorso saranno per questo testi esegetici scritti da donne… Riflessioni di teologhe e studiose. Esse presentano, indagano e descrivono dal loro punto di vista la vita e le azioni delle donne bibliche, cercando di mettere in evidenza comportamenti/ percorsi, che spesso sfuggono a un lettore e commentatore maschio. Un arricchimento, una scoperta, una presa di coscienza di quanto la donna abbia sempre dovuto rinunciare in termini di visibilità, di sentieri spirituali propri, di affermazione della propria personalità e di come le Chiese abbiano collegato in modo potente e con esiti disastrosi non solo “donna e colpa”, ma anche “sofferenza e redenzione”, “fede” e “sottomissione”.

Infine, ci sono i Gruppi di discussione…

Non sarà, proprio per quanto detto, la “classica lezione frontale” (lezione “sulle donne”), ma un vero e proprio “laboratorio” (“con le donne” e gli uomini) nel tentativo di stimolare una riflessione laica, maschile/femminile, condivisa.

Ogni incontro durerà un’ora e mezza e avrà dunque tre momenti: una riflessione introduttiva; un lavoro in piccoli gruppi per confrontarsi sulle domande che emergeranno dal testo; una condivisione con gli altri partecipanti su ciò che sarà emerso dal confronto.

E il cineforum?

È il secondo percorso di riflessione, “Con gli occhi delle donne”, che vuole essere un ulteriore strumento di crescita riguardo al cammino femminista. I film scelti descrivono i vari modi in cui le donne sono presenti nel mondo, le loro lotte di liberazione, i loro desideri di uguaglianza, il loro coraggio umano e civile, la loro capacità di essere lievi e accoglienti, la loro fragilità di fronte alla violenza.

Perché hai scelto di mettere insieme riflessione biblica e cinema?

Per lo stile comunicativo: la forza dell’immagine comunica, in ambedue, contenuti profondi. Le immagini come ben sanno anche i narratori antichi e Gesù stesso, rimangono impresse nel cuore più di ogni parola.

Infine ci sarà un incontro conclusivo con Elizabeth Green sul tema “donna e violenza”. La nota teologa femminista battista sottolineerà, come sempre nei suoi bellissimi testi, l’utilizzo strumentale della parola di Dio da parte del patriarcato per legittimare oltre al potere e la prevaricazione anche la violenza esercitata con costante brutalità. Chiarirà anche il fatto che le religioni (cristianesimo in primis), dovrebbero interrogare se stesse sulle loro responsabilità al riguardo, ripudiando testi, teologie e dottrine che in modo più o meno esplicito assolvono quei padri/mariti padroni che considerano la donna un oggetto di loro proprietà e che dunque si può eliminare, bastonare, umiliare.

Perché hai ritenuto importante un’iniziativa del genere in questo momento?

Credo che in un momento storico come quello attuale in cui le donne hanno sì ottenuto (lottando) più spazio, diritti, rispetto, ma in cui soffiano ancora violenti i venti del patriarcato più retrivo (anche nelle chiese) e di un maschilismo/sessismo esasperato, sia necessario per tutti prendere coscienza (per superarli) dei motivi storici, sociali e religiosi (spesso ignorati o volutamente nascosti) che hanno contribuito a relegare le donne ai margini della storia. La Bibbia può essere letta in molti modi: e questi modi la rendono o complice della violenza contro le donne (lettura clerical-fondamentalista), o strumento di liberazione profonda per tutti, maschi/ uomini compresi.

 

Adista Notizie n° 32 del 21/09/2019

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