sabato, Aprile 27, 2024

Le lettere di Paolo e l’omosessualità (The Reformation Project) 

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Messaggio negativo: Questi testi affermano che “gli omosessuali” non erediteranno il Regno di Dio; perciò, la Chiesa non può approvare le relazioni omosessuali senza tradire il Vangelo.

Messaggio positivo: 1 Corinzi e 1 Timoteo parlano di sfruttamento.

In 1 Corinzi 6:9-11 Paolo avverte che chi persiste nel peccato non erediterà il Regno di Dio. Nella sua lista di persone che fanno il male scrive due parole greche che hanno a che fare con pratiche sessuali.

“O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati (malakoi), né sodomiti (arsenokoitai), né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.

“E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!” (1 Corinzi 6:9-11)

Anche 1 Timoteo 1:10 parla di arsenokoitai in una sua “lista dei vizi”. Dato che molte traduzioni bibliche odierne rendono malakoi e arsenokoitai con “omosessuali”, o “uomini che hanno rapporti sessuali con uomini”, vale la pena dare uno sguardo a questi due termini greci.

Il termine “malakoi” letteralmente significa “morbidi, soffici”, ed era largamente adoperato per descrivere un misto di mancanza di autocontrollo, debolezza, codardia e pigrizia.

– Dato che tali caratteristiche negative erano sfortunatamente (e scorrettamente) attribuite alle donne nel mondo antico, il termine è stato molto frequentemente tradotto con “effeminati”.

– Anche se la maggior parte delle accezioni del termine che si trovano nella letteratura antica non fanno riferimento al sesso, gli uomini che assumevano il ruolo passivo in un rapporto omosessuale erano a volte definiti malakoi; questo è il motivo per cui molti cristiani anti-LGBT affermano che questo passo è una condanna dei rapporti omosessuali.

– In senso sessuale, tuttavia, il termine malakos era utilizzato perlopiù per descrivere gli uomini che mancavano di autocontrollo nel loro amore per le donne.

– Solamente nel secolo scorso molti traduttori biblici hanno collegato questa parola con le relazioni omosessuali. Altre volte il termine è stato tradotto con “debosciati”“effeminati”, o “molli” nella Bibbia Diodati (1607).

Sì, malakoi non necessariamente si riferisce al comportamento omosessuale, ma Paolo pone questo termine accanto ad arsenokoitai: non è piuttosto chiaro il contesto?

– Il termine arsenokoites (forma singolare) deriva da due parole greche: “arsen”, che vuol dire “maschio”, e “koites”, che significa “letto”. Queste due parole appaiono nello stesso versetto in Levitico 20:13, nell’antica traduzione greca, perciò alcuni speculano che Paolo abbia coniato il termine arsenokoitai per condannare il comportamento omosessuale.

– Tuttavia, come scrive lo studioso di Nuovo Testamento Dale Martin, “L’unica maniera affidabile di definire un termine è analizzare come viene utilizzato in quanti più contesti possibile”.

– Dopo che Paolo ha apparentemente coniato il termine, esso è stato poi utilizzato, nella letteratura antica, solamente all’interno di liste di vizi. Come ha dimostrato Dale Martin, i vari contesti indicano che il termine si riferisce probabilmente allo sfruttamento sessuale o economico; perciò, anche nel caso faccia riferimento al comportamento omosessuale, si tratterebbe comunque di contesti di sfruttamento, non di relazioni amorevoli.

È possibile che Paolo abbia appaiato i due termini per condannare i partner attivi e passivi di un rapporto omosessuale?

– C’erano molte coppie di termini, usati comunemente nella letteratura antica, per descrivere i partner attivi e passivi di un rapporto sessuale tra uomini: per esempio, “erastes” e “eromenos”Malakoi e arsenokoitai, in questo senso, non sono mai utilizzati.

– Anche se Paolo avesse inteso questo, c’è da ricordare il forte divario tra i comportamenti omosessuali nelle società antiche (tutti basati sullo status sociale, l’esercizio del potere e il desiderio sessuale) e le unioni omosessuali odierne, basate sull’amore.

– Alcune traduzioni rendono i due termini con “omosessuali”, ma tale termine è stato coniato solamente nel 1869 nella lingua tedesca, e solo nel 1892 è arrivato nella lingua inglese. Nel mondo antico non solo non esisteva questa parola, ma non era concepita nemmeno l’idea.

Se vogliamo essere fedeli alle Scritture, dobbiamo tracciare una distinzione chiara tra il comportamento omosessuale condannato dalla Bibbia e il desiderio di amore, condivisione e famiglia dei cristiani LGBTQ del giorno d’oggi.

* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.

Articolo pubblicato sul sito The Reformation Project (Stati Uniti), liberamente tradotto da Giacomo Tessaro

Testo originale: 9. I Corinthians and I Timothy address exploitation.

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