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A 17 anni rifiuto l’arruolamento nell’IDF (Fred Hidvegi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Con l’avvicinarsi del mio compleanno, divento sempre più ansioso perché un’organizzazione di terroristi professionisti addestrati che si definisce un esercito vuole che io sia uno di loro. E se dico di no, il risultato sarà una pena detentiva.

Fonte: English version
Di Fred Hidvegi – 27 aprile 2023

Essendo uno studente di scuola superiore israeliano prossimo ai 18 anni, l’arruolamento è l’unica cosa che mi aspetta dopo che avrò finito i miei studi tra sei mesi. Organizzano seminari a settimane alterne, che ci dicono quanto sia importante servire e completare un “servizio significativo” per il Paese. Naturalmente, un servizio significativo significa servire in ruoli di combattimento, ruoli che includono la violenza.

Recentemente ho ricevuto una convocazione dall’IDF per partecipare ad una selezione destinato ai futuri paracadutisti. Io, ovviamente, non voglio essere un paracadutista. Non voglio avere niente a che fare con l’IDF, per ovvie ragioni.

Non voglio prendere parte all’applicazione dell’Apartheid, del colonialismo e dell’oppressione violenta. Per l’IDF, però, questo non è sufficiente. Come ho appreso di recente, l’esercito non esenta nessuno solo per motivi ideologici. In altre parole, posso odiare l’esercito, posso odiare il Paese, il suo governo e le cose che rappresenta, ma non posso rifiutarmi di diventare un soldato.

Perché la punizione per questo è una pena detentiva.

Divento sempre più ansioso di giorno in giorno perché un’organizzazione di terroristi professionisti addestrati che si definisce un esercito vuole che io sia uno di loro. E non posso dire di no.

Ma, agli occhi del governo, specialmente quello puramente fascista che abbiamo adesso, dovrei essere orgoglioso di servire. Dovrei essere onorato di poter contribuire “alla sicurezza del nostro Stato”.

E come persona idonea a ricoprire un ruolo di combattente, dovrei essere fiero di sacrificare la mia vita e quella degli altri per il Paese.

Dovrei essere pronto a uccidere. I combattenti dell’esercito hanno letteralmente la licenza di uccidere. E come se non bastasse, la propaganda a cui siamo sottoposti a scuola è esasperante. La maggior parte delle persone conosce il mito dei soldati israeliani che fanno parte dell’esercito più morale del mondo. Ma qui, sono circondato da compagni di classe di 17 e 18 anni che credono e difendono l’idea che l’IDF sia in qualche modo anche vicina all’essere “morale”. Chiunque creda che i palestinesi meritino l’autodeterminazione e il loro diritto di nascita a vivere liberamente viene etichettato come uno “sporco comunista” o come nazista.

Tutti gli israeliani di 18 anni devono espletare il servizio di leva, ma quelli che comprendono la gravità delle azioni dell’esercito, quelli che si oppongono più fermamente ad esso, devono mettere da parte i loro sentimenti e sopportare di essere un oppressore per milioni di palestinesi che vivono una vita pacifica.

Distruggere e prendere vite è la missione principale di un soldato dell’IDF. Tutto il resto è secondario.

Ecco perché ci viene detto di servire, svolgere un servizio significativo ed essere pronti a uccidere.

Ecco perché sarò un paracadutista se non resisto. Se non li sfido. Se non li sfidiamo tutti.

Perché se nessuno osa opporsi a Israele, continueranno a fare ciò che gli riesce meglio.

E questo non è essere l’esercito più morale del mondo.

Ecco perché sto dicendo loro di no.

Ecco perché sto rischiando di andare in prigione.

Sto dicendo di no all’IDF, in modo che capiscano come ci si sente quando qualcuno cerca di forzare le tue convinzioni, proprio come hanno fatto loro con gli altri per tutto questo tempo.

Fred Hidvegi è un liceale israeliano di 17 anni che rifiuta il servizio di leva nell’IDF.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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