sabato, Aprile 20, 2024

Coppa del Mondo FIFA in Qatar: abusi sui lavoratori migranti

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

I lavoratori migranti che hanno consegnato le infrastrutture per il campionato mondiale di calcio in Qatar hanno subito dei danni e abusi. La FIFA dovrebbe risarcirli immediatamente.
Non si può festeggiare la Coppa del Mondo che avrà luogo in Qatar senza porre rimedio agli abusi commessi nei confronti dei lavoratori migranti.


La Coppa del Mondo FIFA 2022 che avrà luogo in Qatar prenderà il via a novembre. Eppure il “bel gioco” del calcio che unisce il mondo intero, con un pubblico globale di oltre 3,5 miliardi di persone, si è già macchiato di non pochi abusi sul fronte dei diritti umani. Dal 2010, quando la FIFA ha assegnato i Mondiali di calcio del 2022 al Qatar, nonostante i suoi pessimi precedenti in materia di diritti umani e l’enorme deficit infrastrutturale, migliaia di lavoratori migranti hanno perso la vita per cause inspiegabili o hanno riportato infortuni, e molti altri hanno subito il vero e proprio furto dei loro salari, da parte dei loro stessi datori di lavoro.


La FIFA non ha rispettato le sue responsabilità in materia di diritti umani e il Qatar non ha onorato i suoi obblighi, sia per prevenire tali abusi che per garantire un’adeguata soluzione per le vittime e per le loro famiglie. A causa di questo fallimento, le organizzazioni Human Rights Watch, Amnesty International, FairSquare e una coalizione di altri gruppi hanno chiesto al presidente della FIFA Gianni Infantino di fornire una risposta agli abusi dei diritti dei lavoratori migranti in Qatar.


La FIFA e il Qatar devono dare una risposta e mettere in atto un programma completo che preveda un processo partecipativo che includa i lavoratori e i sindacati per fornire una soluzione (compreso un risarcimento finanziario), che sia facilmente accessibile ai lavoratori migranti e alle loro famiglie. La FIFA dovrebbe riservare una somma equivalente ad un premio in denaro di almeno 440 milioni di dollari, messi a disposizione delle squadre che parteciperanno ai Mondiali di calcio del 2022, da investire in fondi per fornire un risarcimento ai lavoratori, oltre a una serie di iniziative per migliorare le tutele dei lavoratori.


Né il Qatar né la FIFA potranno mai fare nulla per rimediare alla perdita di una persona cara, ma un risarcimento economico alle famiglie in difficoltà per la morte dei lavoratori migranti potrà almeno ridimensionare i danni perduranti nel tempo.


Sia i giocatori che i tifosi socialmente consapevoli non vogliono essere associati a una Coppa del Mondo costruita sulle violazioni dei diritti umani. Unitevi dunque a Human Rights Watch e dite al Qatar e alla FIFA di offrire delle compensazioni alle vittime degli abusi. Compiendo l’azione indicata in questo post, ovvero firmando la Petizione Fifa , la vostra e-mail sarà inviata direttamente ai dirigenti della FIFA.


La FIFA è in possesso delle risorse ed ha la responsabilità di ribadire il dovere di non dimenticarsi delle famiglie delle vittime.


Human Rights Watch è una delle principali organizzazioni indipendenti al mondo dedicata alla difesa e alla tutela dei diritti umani. Focalizzando l’attenzione internazionale laddove i diritti umani vengono violati, diamo voce agli oppressi e richiamiamo gli oppressori alla responsabilità dei loro crimini. Le nostre indagini rigorose e obiettive e la nostra difesa strategica e mirata, concorrono a sollecitare la massima pressione in termini di azione per evidenziare il costo degli abusi sul fronte dei diritti umani. Per più di 30 anni, Human Rights Watch ha lavorato tenacemente per gettare le basi legali e morali per un cambiamento radicale e si è battuto per portare maggiore giustizia e sicurezza alle persone in tutto il mondo. 

20.08.22 – Qatar – Human Rights Watch
Pressenza

www.hrw.org

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