“21 novembre 1918”
Sono felice di vivere in modo semplice ed esemplare
come il sole, come il pendolo, come il calendario.
Di essere un’anacoreta laica di snella figura,
savissima- come qualsiasi creatura di Dio
Di sapere- lo Spirito è mio alleato, lo Spirito è mia guida!
D’entrare senza annunciarmi, come un raggio, come uno sguardo.
Di vivere così come scrivo in modo esemplare e succinto
Come Dio comanda e gli amici non prescrivono.
(M. Cvetaeva, Poesie, Ed Fltrinelli, 2016)
Si direbbe il ritratto di un poeta.
In questo caso di una poetessa.
O perlomeno dell’idea che Cvetaeva aveva della poesia.
Un’immersione totale nella vita, un’identificarsi con il suo fluire.
Una solitudine cercata e amata come quella dell’anacoreta che vive immerso nella luce, nel pensiero, nella preghiera, nello spirito.
C’è nelle sue parole un’esaltazione del deserto (poesia), come possibilità di liberazione dalla complessità assordante del vivere, come recupero di una semplicità che non è semplicismo, ma saggezza suprema, capacità di discernimento, adesione al progetto di Dio, qualunque Egli sia.
by ELISA_451