lunedì, Novembre 25, 2024

Con gli occhi dei poeti: “Io mi sono una donna” di Alda Merini (by ELISA_451)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

“Io mi sono una donna”

Io mi sono una donna che dispera

Che non ha pace in nessun luogo mai

Che la gente disprezza, che i passanti

Guardano con sospetto e con rancore,

sono un’anima appesa ad una croce

calpestata derisa sputacchiata,

mi son rimasti solo gli occhi ormai

che io levo nel cielo a te gridando

toglimi dal mio grembo ogni dolore.

 

(A.Merini, Lettere al dottor G., Frassinelli, 2008, pag. 42)

 

Poesia disperata che Alda scrisse in manicomio.

Essa getta un lampo di luce su quelle anime prigioniere della loro mente, anime incomprese e rifiutate.

Essa testimonia il pregiudizio che perseguita i “matti” e li isola dalla comunità degli uomini.

Allora nei manicomi, ora nei reparti psichiatrici.

Sconvolge l’immagine degli occhi che si rivolgono al cielo unico interlocutore di una cosi immensa solitudine.

Stupisce che questa questa donna, rinchiusa per quasi nove anni, scossa da elettrochoc devastanti, abbandonata da amici e famigliari, accompagnata dall’orrenda devastazione dei compagni di prigionia, abbia trovato ancora la forza per questi versi cha davvero spalancano una porta su un mondo di “crocifissi”.

 

by ELISA_451

 

ALDA MERINI, Milano, 1931-2008

 

Cenni biografici:

 

21 marzo 1931

Alda nasce a Milano da una famiglia di modeste condizioni. Frequenta le scuole primarie inferiori e poi cerca di essere ammessa al liceo classico ma non supera l’esame. Viene giudicata insufficiente in italiano.

Comincia dunque a lavorare e a scrivere molto.

1950

Grazie all’apprezzamento di scrittori e amici (Manganelli, Turoldo, Corti, Luciano Erba…) alcune sue poesie sono inserite nella Antologia della poesia italiana 1909-1949.

1953

Il suo primo libro è la Presenza di Orfeo molto apprezzato da Montale, Quasimodo e Pasolini

1953

Si sposa con Ettore Carniti un commerciante di Milano, dal quale ,nei due anni successivi, ha due figlie.

1961

Si chiude il primo ciclo della sua produzione artistica con l’opera “Tu sei Pietro”.

1961-1972

Questo periodo è segnato dalla malattia mentale, stando alle diagnosi degli psichiatri. Sindrome bipolare. Per sette anni vive in manicomio: sottoposta a moltissime sedute di elettrochoch, lasciata sola , carica di rabbia e di dolore ma lucida mentalmente. Le nascono ancora due figlie che verranno affidate ad altre famiglie.

In ospedale torna a scrivere, anche a scopo terapeutico.

1979

Inizia la su nuova produzione: la riflessione sulla sua esperienza sconvolgente del manicomio genera le liriche che nel 1984 verranno pubblicate con il titolo La terra Santa.

1981

Rimasta vedova si risposa nel 1983 col poeta Michele Perri e si trasferisce a Taranto dove viene di nuovo ricoverata.

1986

Ritorna a Milano, nella vecchia casa sui Navigli.

Fino alla morte pubblica molte raccolte di poesie che le fanno ricevere molti premi. Viene pure candidata al Nobel per la poesia.

Vive però gli ultimi anni in povertà ed è costretta sempre a chiedere sussidi e aiuti a chi le vuol bene e la apprezza.

2009

Muore a Milano.

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