venerdì, Novembre 22, 2024

10 cose da sapere sugli sfratti di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Il quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est è tornato all’onore della cronaca. Ecco perché.
Quando, all’inizio di quest’anno, è scoppiata la violenza in Palestina e Israele, uno dei principali motori dell’escalation è stata la rabbia per l’incombente sfratto delle famiglie palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est.

Le famiglie di Sheikh Jarrah da oltre un decennio protestano in maniera pr lo più pacifica contro il loro sfratto. Dopo una battaglia legale durata anni contro l’organizzazione di coloni che cercava di impossessarsi delle loro case, la Corte Suprema d’Israele ha cercato di far accettare alle due parti un accordo.

Le famiglie palestinesi potevano rimanere nelle loro case per un certo numero di anni come inquilini protetti, ha suggerito la corte, ma solo se riconoscevano che i coloni erano i veri proprietari.

La settimana scorsa, le quattro famiglie palestinesi hanno annunciato che rifiutavano la proposta per principio. Gli sfratti incombono ancora una volta sulle loro case, scatenando potenzialmente un incidente diplomatico, nuove proteste e scontri e una crisi umanitaria.

Ecco 10 cose che dovresti sapere sugli sfratti a Gerusalemme Est:

#1. Molte persone hanno perso le loro case durante la guerra arabo-israeliana del 1948

Nel 1956, la Giordania e l’UNRWA (un’agenzia delle Nazioni Unite che sostiene il soccorso dei rifugiati palestinesi) reinsediarono 28 famiglie di rifugiati palestinesi a Sheikh Jarrah. Queste famiglie avevano perso le loro case durante la guerra arabo-israeliana del 1948. Le famiglie ebree che vivevano a Sheikh Jarrah, anch’esse fuggite durante la guerra, ricevettero dal governo israeliano una proprietà alternativa per la loro perdita, sotto forma di case precedentemente di proprietà dei palestinesi.

#2. Le famiglie ebree possono reclamare la proprietà, i palestinesi no

Dopo che Israele ha annesso Gerusalemme Est nel 1967, ha approvato la legge sulle questioni legali e amministrative del 1970, permettendo alle famiglie ebree di reclamare le proprietà perdute che presumibilmente possedevano a Gerusalemme Est. Nel frattempo, la legge sulla proprietà assenteista del 1950, e il suo emendamento del 1973, impedisce ai palestinesi di recuperare le loro proprietà a Gerusalemme Ovest e altrove.

#3: Gerusalemme Est rimane territorio occupato secondo il diritto internazionale

Nel giugno 1967, Israele ha annesso Gerusalemme Est al suo territorio, in violazione dei principi del diritto umanitario internazionale e del diritto internazionale.

Oggi, Gerusalemme Est rimane territorio occupato secondo il diritto internazionale. Qualsiasi misura volta a modificare lo status della città non ha alcuna validità, secondo la risoluzione 252 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

#4: E’ prevista la costruzione di nuovi insediamenti israeliani a Sheikh Jarrah

Nahalat Shimon International, una società privata di coloni registrata negli Stati Uniti, dal 2008 conduce cause di sfratto contro le famiglie nell’area di Karm Al-Jaouni a Sheikh Jarrah. Nahalat Shimon ha presentato piani per costruire un nuovo insediamento con circa 200 unità abitative nella zona.

#5: Più di 200 famiglie palestinesi affrontano una minaccia di sfratto

Secondo l’ONU, circa 218 famiglie palestinesi in tutta Gerusalemme Est hanno cause di sfratto contro di loro, la maggior parte delle quali sono state avviate da organizzazioni di coloni. Sono a rischio circa 970 persone, tra cui 424 bambini.

#6: Israele ha espropriato il 35% di Gerusalemme Est per gli insediamenti israeliani

Più del 20% di tutte le demolizioni, sfratti, confische o sequestri di proprietà palestinesi nel 2020 hanno avuto luogo a Gerusalemme Est. In molti casi, lo sgombero forzato dei palestinesi avviene nel contesto della costruzione e dell’espansione degli insediamenti israeliani.

#7: Ci sono state tensioni e scontri tra palestinesi e coloni israeliani.

Le famiglie di Sheikh Jarrah hanno condotto proteste in gran parte pacifiche contro i loro sfratti imminenti. Purtroppo, di tanto in tanto sono scoppiati scontri tra palestinesi e coloni israeliani, con la polizia israeliana che ha usato la mano pesante per disperdere la folla palestinese.

#8: La Corte Suprema di Israele ha ritardato gli sfratti, ma questo potrebbe finire.

In mezzo alle crescenti tensioni e agli scontri tra la polizia israeliana e i palestinesi a Gerusalemme Est, la Corte Suprema d’Israele ha rinviato le udienze sullo sfratto delle quattro famiglie – Jaouni, Kurd, Qasim e Skafi – e ha cercato di far accettare alle due parti un accordo di sua creazione. La proposta è stata rifiutata.

#9: Le famiglie palestinesi affrontano ancora una volta la minaccia di sfratto

Dopo il rifiuto dell’accordo che avrebbe offerto solo una protezione temporanea, le famiglie palestinesi del quartiere Sheikh Jarrah di Gerusalemme affrontano ancora una volta la minaccia incombente di uno sgombero forzato.

#10: Israele ha l’obbligo di proteggere i civili sotto occupazione.

Israele, come stato parte della Quarta Convenzione di Ginevra, ha l’obbligo di proteggere i civili sotto occupazione e di astenersi dal trasferire le popolazioni dentro e fuori il territorio occupato.

Articolo originariamente pubblicato dal Norwegian Refugee Council e tradotto in italiano da Bocche Scucite

http://www.bocchescucite.org/10-cose-da-sapere-sugli-sfratti-di-sheikh-jarrah-a-gerusalemme-est/

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