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lunedì, Settembre 16, 2024

I tanti modi in cui l’omotransfobia ferisce i cristiani LGBT+‬‬‬‬‬‬‬‬‬ (A. Cantorna)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Testo di Amber Cantorna* tratto dal suo libro Unashamed: ‪A Coming-Out Guide for LGBTQ Christians (Senza vergogna: una guida al coming out per i cristiani LGBTQ), editore ‪Presbyterian Publishing, ‪stampato nel 2019, liberamente tradotto da Innocenzo Pontillo

Ci sono diversi gradi e modi in cui sperimentiamo l’omofobia quando ci muoviamo nel mondo. Alcuni sono evidenti e palesi, come quando tieni per mano il tuo ragazzo mentre cammini per strada e qualcuno ti chiama “frocio”, o quando annunci su Facebook che ti sei appena fidanzato con la tua ragazza e qualcuno si sente in diritto di informarti che sei destinato all’inferno. 

Questi sono modi deliberati con cui, di solito attraverso un qualche tipo di offesa verbale, le persone ti comunicano che quello che sei per loro è inaccettabile. 

Queste esperienze fanno male e sono imbarazzanti, spesso perché avvengono sotto gli occhi e le orecchie degli altri. 

Ma il numero di volte in cui sperimentiamo un’omofobia evidente ed pubblica è inferiore alle volte in cui sperimentiamo l’omofobia nascosta nella nostra vita quotidiana. 

A volte è presente in modo così leggero e subdolo che non riusciamo nemmeno a riconoscerla per quello che è. Alcuni esempi di omofobia nascosta nel quotidiano sono: 

– Quando il tuo genitore presenta agli altri il tuo compagno come un “amico”. 

– Quando il tuo pastore dice che tutti sono i benvenuti nella tua chiesa, ma poi continua a trovare scuse sul perché non puoi dare una mano nella comunità o fare il catechista. 

– Quando il tuo datore di lavoro dice che l’azienda ti sostiene in quanto persona transessuale, ma poi non fa nulla per assicurarsi che dei bagni di genere neutro siano disponibili per te 

– Quando un tuo amico dice di accettare il fatto che sei bisessuale, ma poi si mostra entusiasta solo quando parli di uscire con una persona di sesso opposto 

– Quando fai coming out con una persona che ami e questa ti dice che non cambia nulla, ma poi si allontana sempre di più da te sino a quando il legame che condividevate in precedenza non esiste più.

L’omofobia si presenta in infiniti modi. Ma a prescindere da come si manifesta, la radice dell’omofobia è la paura: paura di ciò che penseranno gli altri. Paura di perdere la propria reputazione. Paura di mettere in pericolo la propria anima. Paura dell’ignoto. Paura. 

E la paura di ciò che le persone non conoscono o non capiscono, se non affrontata, le tiene prigioniere di un mondo in cui essere sempre a loro agio per sopravvivere. 

Non possiamo cambiare il modo in cui gli altri ci rispondono, ma possiamo certamente cambiare noi se non assorbiamo le  loro paure e la interiorizziamo come fossero le nostre.

* Amber Cantorna riceve tante e-mail che gli pongono la stessa domanda: come si fa a conciliare la propria sessualità con la propria fede? Come figlia lesbica di un responsabile dell’organizzazione cristiana tradizionalista Focus on the Family, Amber ha perso tutto quando ha fatto coming out come lesbica nel 2012. Tuttavia, il suo viaggio per abbracciare la sua fede e cio che è, l’ha portata a scrivere Unashamed (Senza vergogna). Una guida per i cristiani LGBT+ che stanno pensando di fare coming out o vogliono affrontare argomenti difficili come: la demolizione dell’omofobia interiorizzata, cercare una comunità di fede inclusiva, riscoprire il proprio valore come figli di Dio o affrontare in una famiglia cristiana le conversazioni su questi temi.

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