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Semplificatorio e fastidioso: l’esperto Goertz analizza il documento “Dignitas infinita” (S. Goertz)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Il Vaticano ha pubblicato oggi un documento esaustivo sulla dignità umana, che copre una vasta gamma di argomenti. Il teologo morale di Magonza Stephan Goertz analizza il documento esclusivamente per Kirche+Leben. Avrebbe preferito un po’ più di modestia. 

Sotto il titolo un po’ insolito “dignità infinita”, la Dichiarazione vaticana sulla dignità umana offre una raccolta compatta di affermazioni dottrinali su questo argomento a partire dagli anni ’60. L’abbondanza di note a piè di pagina dimostra che lo scopo principale è quello di mettere insieme le proprie affermazioni dottrinali (soprattutto quelle dei Papi). Ovviamente non si intendevano nuove affermazioni teologiche o posizioni etiche. 

Il documento ripete la nota interpretazione romana della dignità umana nei suoi fondamenti teologici e nelle sue implicazioni morali. È evidente (ancora una volta!) che la libertà umana non è di fondamentale importanza per stabilire la dignità umana. Ciò è incomprensibile alla luce della tradizione teologica e filosofica, ma probabilmente si intende non dare troppo peso ai diritti di libertà dell’individuo derivanti dalla dignità umana. Insomma: non si parla di dignità dell’autonomia in senso moderno. 

Dov’è la libertà?

La “dignità ontologica” si riferisce invece alla natura stessa dell’uomo, alla quale esso dovrebbe relazionarsi nella sua libertà. Tuttavia, il fatto che la natura umana non può essere pensata senza la libertà personale non emerge in modo chiaro. 

Nonostante tutta la buona differenziazione nella prima parte, e tutta la prolissità del documento, il concetto di dignità utilizzato è poco approfondito e semplicistico. Si dà addirittura l’impressione che la dignità sia un concetto genuinamente biblico, ma questo non è vero. E storicamente non si può dire che il cristianesimo o la Chiesa siano sempre stati dalla parte della dignità umana (come la intendiamo oggi). Non si tiene conto del fatto che qui c’è stato un processo di apprendimento lungo e faticoso, che certamente non è completo. 

Un po’ di autocritica?

Quando si tratta della questione della dignità umana/diritti umani, il cristianesimo cattolico trarrebbe beneficio da una maggiore modestia e autocritica. Sugli abusi sessuali è stato possibile fare solo poche dichiarazioni (n. 43).

Con Francesco, una serie di questioni etico-sociali contemporanee (povertà, migrazione, pace, ambiente) vengono valutate moralmente sotto l’ombrello della dignità umana. La brevità dei capitoli non consente uno sviluppo approfondito degli argomenti. Si tratta più di ricordare il proprio posizionamento.

Decenni di lotta

La distinzione contro un “aumento arbitrario di nuovi diritti” (n. 25) occupa uno spazio relativamente ampio. Si tratta di quei diritti che si basano su posizioni che si discostano dall’insegnamento morale cattolico tradizionale nel campo delle relazioni umane (matrimonio, famiglia), della sessualità, della riproduzione o della medicina (aborto, eutanasia). 

Qui emerge la lotta decennale del Vaticano contro i diritti liberali di autodeterminazione, che sono accusati di avere una falsa comprensione della libertà perché non prestano sufficiente attenzione alla natura data dell’essere umano. 

Fuori luogo i riferimenti alla famigerata “teoria del genere”

Questo rifiuto dei diritti all’autodeterminazione diventa chiaro quando si tratta di questioni relative alla sessualità umana. Il concetto di dignità perde la sua chiarezza quando si discute in questo contesto della dignità dell’unione coniugale (n. 49). Quando si parla di eutanasia, la sacralità della vita rischia di mettere in secondo piano la sua dignità. Con il pericolo di discutere in modo vitalistico e non più personalistico.

Una vera seccatura è l’errata classificazione della “teoria del genere” tra le gravi violazioni della dignità umana (n. 55). Come può aver luogo una discussione anche lontanamente seria con questi presupposti? In questo ambito il Vaticano sembra aver preso una decisione di lotta culturale: per quanto riguarda la propria sessualità, le persone devono guardare i valori tradizionali, il che significa che le rivendicazioni dei diritti umani delle minoranze sessuali non sono considerati degni di una sola sillaba di apprezzamento. 

Un testo contraddittorio che fa il gioco degli “odiatori”

Almeno si denuncia la criminalizzazione e la persecuzione delle persone a causa del loro orientamento sessuale (n. 55). L’accusa indifferenziata di “colonizzazione ideologica” da parte della “teoria del genere”, d’altro canto, fa il gioco di coloro che vedono le libertà liberali delle minoranze sessuali come un attacco a un ordine patriarcale ed eteronormativo. Il documento non risolve questa contraddizione.

La sezione sulla riassegnazione di genere (n. 60) ignora la sofferenza e gli interessi legittimi delle persone trans e ricorda loro di “rispettare l’ordine naturale”. Un cambiamento nell’ambito del genere sembra essere una minaccia unilaterale alla dignità umana. Questa negazione dell’esperienza umana può essere spiegata solo con l’insistenza su un’antropologia che trascura il fatto che gli esseri umani per natura devono modellare la propria natura culturalmente e moralmente. 

Puzzle teologico morale

Lo stesso argomento qui utilizzato nega agli omosessuali la capacità di vivere la propria sessualità in modo libero e dignitoso. Come ciò possa conciliarsi con la dignità umana degli omosessuali rimane un mistero teologico-morale.

Da una prospettiva teologica ed etica, nessuno vorrà contrastare le violazioni della dignità umana con le parole più teologicamente ed eticamente forti. Il fatto che il cristianesimo cattolico si impegni per la dignità umana è un prezioso contributo politico-religioso alla convivenza globale. 

Il più grande punto debole

Alla fine, vedo la debolezza più grande nella ponderazione degli argomenti. In considerazione degli attacchi globali alle società libere, non sarebbe il momento di difendere l’ordine politico democratico e costituzionale in termini cristiani con maggiore enfasi rispetto alla garanzia statale relativamente migliore della protezione della dignità umana? 

Oppure questo non è possibile perché si è consapevoli che, secondo gli standard democratici, la propria struttura ecclesiastica è sottoposta a una notevole pressione per giustificarsi? 

Stephan Goertz, 8 aprile 2024

https://www.kirche-und-leben.de/artikel/unterkomplex-bis-aergerlich-experte-goertz-analysiert-dignitas-infinita

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