Concedimi Signore la tua Grazia, non come “status permanente”,
ma come gioia di ricerca, di felicità forgiata nella fatica e nell’incomprensione,
dono insperato e, tante volte, immeritato…
Grazia di lasciarmi provocare, svegliare, percuotere ogni giorno
dalla tua Parola, tuono per le mie orecchie pigre e sorde;
Grazia di lasciarmi guidare da donne e uomini coraggiosi,
lungo le strade della vita e della storia,
anche su quei sentieri dove io non voglio e non oso;
Grazia di sapermi ancora indignare
d’innanzi allo stupro quotidiano della creazione,
al massacro delle guerre, anche di quelle che hanno la folle pretesa di essere “giuste” o “accettabili”,
all’urlo delle sorelle e dei fratelli lontani e dimenticati;
Grazia di non inchinarmi mai al Moloch del profitto personale e del possesso,
del denaro,
del potere… di ogni potere… anche di quello che pretende di essere “divino”,
dell’accumulo, che è furto a chi non ha di che vivere e di che sognare;
Grazia di non considerarmi mai “arrivato”,
mai un possessore della fede,
un amministratore di beni sacri;
Grazia Signore di essere libero,
libero da ogni vincolo e schiavitù per quanto piacevole e raffinata,
libero di gioire e soffrire,
libero, Signore, di vivere e di morire.
(don Paolo Zambaldi)