lunedì, Aprile 29, 2024

Ci manderanno a farci benedire (senza cronometro)… e avranno ragione! (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Commento semiserio, e comunque “disperato”, a un documento che confusamente dovrebbe chiarire un precedente documento che già non era un granchè

Avevo accolto con una certa soddisfazione il precedente decreto della dottrina della fede, nonostante la spiacevole insistenza sulla “peccaminostà” dei comportamenti omosessuali, perché pareva essere un passo avanti foriero di maggiori cambiamenti anche in ambito dottrinale. Ero inoltre contento che fosse lasciata libertà ai noi preti di benedire chi e come, senza passare sempre dalle forche caudine dei vescovi, che come quasi sempre accade, si mettono di traverso per i motivi più “disparati”….

Purtroppo, complice la reazione di alcuni conservatori, ieri è arrivata questa lettera che se non confermasse l’ inadeguatezza della Chiesa a porsi in dialogo con gli uomini e donne d’oggi (e questo è tragico!), sarebbe adatta per un siparietto comico tale da scatenare fragorose risate.

Le parole che ricorrono nel testo già danno l’idea di una storia trita e ritrita che quasi nessuno ascolta più (avete presente i banchi sempre più vuoti?): dottrina tradizionale della Chiesa, rito liturgico che possa creare confusione, coppie irregolari, è inammissibile, unione esclusiva tra un uomo e una donna, aperta generare figli, moralmente leciti i rapporti sessuali solo all’interno del matrimonio, no a legittimazione morale…

Dunque? Serviva un escamotage per mettere d’accordo tutti “ma tutti tutti” come dice il papa.

Oibò facciamo delle “benedizioni” pastorali. Victor detto Tucho avrà pensato: “Benediciamo qualunque cosa dalle navi da guerra, alle case, dalle macchine alle moto, benediciamo banche, caserme e imprese… possiamo benedire anche due poveri cristi che magari hanno avuto sfighe tremende (han perso il lavoro, si sono ammalati, non hanno una casa… mai due felici eh?) ma attenzione… tali benedizioni devono essere un po’particolari se no si fa confusione (?).

Devono essere brevi e semplici 15-20 secondi (cronometro please!). Ma siccome chi benedice non può cronometrare si dovrà istituire un nuovo ministero “il sacro cronometrista”.  

Devono eseguirsi in privato: penso intendesse senza pubblico, senza comunità. Di nascosto insomma. Che sia mai che uno le scambi per un matrimonio… che faccia confusione (!?).

Non devono avere forma liturgica, senza Benedizionale (dunque son meno di una casa la cui benedizione sul Benedizionale c’è!).

Sui due (ma uno e uno, non coppia) si può invocare solo pace, salute e altri beni (cioè?), ma mi raccomando non la felicità e l’amore (che sono peccatori!).

Si può invece chiedere per loro che lo Spirito Santo possa liberarli da tutto ciò che non corrisponde alla sua volontà divina (tipo non amare uno/a dello stesso sesso, o un altro uomo/donna col quale si cerca di ricostruire la vita) e da tutto ciò che richiede purificazione (tipo fare sesso…).

Questa “cosa” inoltre non deve avvenire in un posto importante dell’edificio sacro o di fronte all’altare per non creare confusione, né si possono mettere vestiti particolari, né ovviamente festeggiare… in fondo è / non è / cos’è una benedizione. Ma, per evitare la “confusione” non basterebbe dire le cose, spiegare il senso della “cosa/benedizione”? …il popolo di Dio non è fatto di ritardati!

Per tutto ciò ci vuole pure il permesso del vescovo (fine della mia soddisfazione!), per verificare se è opportuno o no… e certamente in Italia non sarà mai opportuno…

Mentre leggevo questa presa in giro pensavo che Victor, poteva proporre una scena ad effetto per i due malcapitati: magari entrare camminando in ginocchio al calar della sera, prostrarsi dietro il presbiterio, vestiti di sacco, implorando di essere benedetti (uno alla volta ovviamente!)… mentre il prete (senza Benedizionale) li aspetta calcolando il tempo… Al suo stop festa finita!

Come mi ha detto oggi un amico prete, commentando la questione: “Dev’esserci qualcuno che continua a spostare la soglia del ridicolo. Possibile siano tutti in Vaticano?”.

don Paolo Zambaldi

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