mercoledì, Dicembre 18, 2024

L’Associazione Addameer guarda con grande preoccupazione al crescente numero di arresti politici in Cisgiordania

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Le Forze di sicurezza palestinesi (PSF) hanno arrestato circa 65 palestinesi durante il mese di agosto, tra cui 6 studenti universitari. Durante l’ultima settimana di agosto, sono stati registrati circa 22 arresti politici da parte delle agenzie di Intelligence generale e di Sicurezza preventiva, 5 dei quali sono stati arrestati dopo essere stati convocati per un interrogatorio. Inoltre, una cittadina è stata convocata per un interrogatorio e un’intera famiglia è stata arrestata nella città di Nablus.

Queste diffuse campagne di arresti condotte dalle PSF in varie città della Cisgiordania coincidono con importanti operazioni di arresto e raid condotte dall’esercito di occupazione negli ultimi mesi in Cisgiordania. Queste campagne di arresto prendono di mira prigionieri rilasciati, studenti universitari e persone anziane e spesso comportano un uso eccessivo della forza e della violenza fisica.

Tra i detenuti politici nelle carceri del PSF c’è Fadi Al-Bari (39 anni) di Ramallah. È stato arrestato il 18 luglio 2023 dalla General Intelligence Agency e, nonostante i diversi ordini del tribunale per il suo rilascio, l’Agenzia si è rifiutata di rilasciarlo. L’Associazione Addameer per il sostegno ai prigionieri e i diritti umani ha presentato una petizione al Tribunale amministrativo e il 24 agosto 2023 il Tribunale ha ordinato il suo rilascio. Tuttavia, la General Intelligence Agency lo ha riarrestato la sera stessa dopo averlo convocato per “ritirare i suoi documenti”. Al-Bari rimane tuttora detenuto nelle carceri della General Intelligence.

L’Associazione Addameer chiede al Procuratore Generale palestinese, Consigliere Akram Al-Khatib, e ai capi delle agenzie di sicurezza palestinesi di rilasciare immediatamente tutti i detenuti politici che sono stati arrestati per motivi legati alla loro affiliazione politica e al loro coinvolgimento in attività sindacali studentesche. L’Associazione chiede inoltre la cessazione dei procedimenti giudiziari contro gli studenti universitari e il rispetto e l’attuazione delle decisioni giudiziarie palestinesi senza indugio, in conformità con gli obblighi dello Stato di Palestina ai sensi degli accordi e delle convenzioni internazionali che ha firmato.

Articolo pubblicato originariamente su Addameer e tradotto dall’inglese dalla redazione di Bocche Scucite

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