sabato, Aprile 27, 2024

Difendere la famiglia, la nazione, l’identità, Dio. Ma da chi? (A. Cavadi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

“Difendere le famiglie, le nazioni, le identità, Dio”: questo – secondo le dichiarazioni a Budapest della nostra presidentessa del Consiglio dei ministri – il centro dell’azione del suo governo. L’intento è lodevole, ma, per non suonare genericamente retorico,  andrebbe meglio articolato.

Che significa “difendere le famiglie”? Chi le sta attaccando? Vanno difese dall’inflazione, dai livelli salariali più bassi dell’Occidente, dal quasi totale azzeramento del sistema sanitario pubblico ? E allora è compito di tanti pezzi del ceto dirigente, in primis dei partiti che si avvicendano sia come maggioranze parlamentari (potere legislativo) che alla guida del governo (potere esecutivo). Ma da troppe voci provenienti dall’area culturale e politica oggi in cabina di comando si intende difendere la “famiglia” dalla diffusione sociologica – e tendenzialmente giuridica – di altre forme di legami sessuali e/o affettivi alternative alla famiglia monogamica eterosessuale tradizionale. In questa seconda interpretazione, la famiglia tradizionale (per intenderci, il modello da cui si tengono lontani i due maggiori leader della maggioranza attuale: Meloni e Salvini) non ha bisogno di essere difesa: è uno di modelli storicamente succedutisi nella storia occidentale, ha i suoi pregi e i suoi difetti e, pur essendo perfettibile, è tuttora imitato da quei soggetti (ad esempio persone omosessuali) che chiedono il riconoscimento legale della loro convivenza, con i diritti e i doveri conseguenti. 

Che significa difendere le “nazioni”? La globalizzazione economico-finanziaria, cui plaudono gli elettori del Centro-destra, non può non comportare una globalizzazione simbolico-culturale: essa corre certamente il rischio di essere una “americanizzazione” (statunitense) del globo, ma implica la felice possibilità di fare finalmente dell’umanità un’unica grande nazione (pacifica, solidale, cooperativa).

Che significa difendere le “identità”? Ogni popolo vivo è caratterizzato da una identità multipla nel tempo e nello spazio: proprio noi italiani, che siamo un esempio di mescolanza di fenici e di greci, di romani e di barbari, di arabi e di normanni, di spagnoli e di francesi…dovremmo aver paura delle contaminazioni straniere? E’ ovvio che i flussi migratori vadano regolati (prima di tutto per la sopravvivenza fisica e psichica degli stessi migranti) in un’ottica europea ed è ovvio che, una volta accolti, debbano rispettare con estremo rigore le Costituzioni democratiche (in tutti gli ambiti, a cominciare dalle relazioni di genere): ma da questo a parlare di difesa dei “confini della Patria” da poveri disperati come se si trattasse di feroci invasori c’è un abisso.

L’ultima vittima potenziale dei nostri giorni sarebbe “Dio”. Qui le parole davvero abortiscono in mente prima di trovare espressione verbale o scritta. I governi della Meloni e di Orban vogliono difendere Colui che – nella loro teologia – è il Creatore dell’universo e il Signore della storia? Da chi? Da coloro che invece di chiamarlo Padre lo chiamano Allah o Jahvé? Da coloro che non lo chiamano perché lo hanno cercato e non l’hanno mai trovato? Da coloro che, avendolo cercato a lungo, hanno scoperto di essere già da sempre nel suo Grembo infinito e che solo un silenzio adorante può costituire una lode adeguata? Se l’opinione pubblica fosse ancora in grado di riflettere, avrebbe non poco da preoccuparsi di un governo che – in cerca di nemici a tutti i costi – arriva a stabilire chi sia davvero Dio e quali siano i suoi avversari. Anche a Sua insaputa.

Augusto Cavadi

18 settembre 2023

https://www.augustocavadi.com/2023/09/difendere-la-famiglia-la-nazione.html

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