domenica, Aprile 28, 2024

Basta usare la “Chiesa universale” come argomento contro le riforme (B. Hose)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

“Ciò che viene richiesto con forza in Germania, in termini di riforme necessarie per la Chiesa, non è prioritario per la Chiesa mondiale: questo è il ritornello di chi vorrebbe fermare/rallentare il cambiamento. Il prete di Würzburg Burkhard Hose ribatte prontamente: “Chi ha a cuore il destino della Chiesa a livello mondiale si batte per un suo rinnovamento radicale!”.

Ogni volta che si è parlato di “Chiesa mondiale” durante il Cammino sinodale/Synodaler Weg (o anche semplicemente in vista del Sinodo mondiale), lo si è fatto soprattutto per tentare di affossare le riforme urgenti. Infatti sia che si tratti della richiesta di un accesso equo al ministero ordinato per tutti i generi o della fine delle discriminazioni contro le persone omosessuali o di una democratizzazione dei processi decisionali e della gestione del potere, il riferimento alla “Chiesa mondiale” è sempre strumentale , usato da chi vuole ostacolare in ogni modo le riforme.

Così non si può andare avanti. Il convegno che si è svolto pochi giorni fa a Lipsia intitolato “Le forti figlie di Dio. Le donne e il ministero nel cattolicesimo/Gottes starke Töchter. Frauen und das Amt im Katholizismus”, ha mostrato chiaramente come il cambiamento sia possibile. L’incontro è stato organizzato a livello internazionale e fin dall’inizio è stato pensato per indicare l’uguaglianza di genere come un tema fondamentale per la Chiesa universale. Anche i movimenti e le raeltà queer all’interno della Chiesa sono sempre più in rete a livello internazionale… e scoprono nella Chiesa universale un luogo di solidarietà, soprattutto con coloro che non hanno voce e che non possono ancora esprimersi liberamente.

È tempo di smontare la scusa, cara a chi vuole solo “frenare”, che ha come perno la “Chiesa mondiale”. Infatti Chiesa universale deve tornare a significare rinnovamento e giustizia universali, non solo restrizioni e discriminazione.

Mettere un limite al centralismo romano

La tradizione biblica è utile per mostrare quanto innovativa possa essere la Chiesa universale. L’universalizzazione della salvezza, come illustrato ad esempio nelle visioni di pace del libro di Isaia, significa una coraggiosa intuizione profetica, il progetto alternativo a un mondo pieno di ingiustizie e guerre.

Ripensare il rapporto Chiesa-mondo non significa giocare al ribasso, ma mantenere vivo il grande sogno di un mondo veramente giusto per tutti. Questo grande sogno non ha nulla a che fare con il soffocante centralismo romano o con l’idea di “unità” intesa come omologazione.

Accelerazione e velocità variabili

Ripensare alla Chiesa mondiale alla luce della tradizione biblica significherebbe accelerare coraggiosamente le riforme, pur riconoscendo velocità diverse nella loro attuazione.

Il Sinodo mondiale si riunisce poche settimane prima del 75° anniversario della firma della Dichiarazione universale dei diritti umani. È giunto il momento di garantire il rispetto dei diritti umani universali anche all’interno della Chiesa e di promuoverli con tutta la forza della Chiesa mondiale.

Burkhard Hose, 26 SETTEMBRE 2023

Don Burkhard Hose è cappellano universitario a Würzburg, cofondatore e membro del consiglio di amministrazione dell’associazione #Outinchurch.

Weltkirche zieht nicht als Argument gegen Reformen- Kirche+Leben (kirche-und-leben.de)

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1 commento

  1. Che dire se non che alla base di tutta la comunità mondiale dei cattolici ci sia un grande risveglio e una forte domanda di cambiamento, certamente le realtà sono tante e molto diverse fra loro e questo fa il gioco dì chi sta ai vertici e non vuole cambiare proprio niente. Del resto. Gesù con chi si arrabbiava? Mica con i politici, era durissimo solo verso chi deteneva il potere religioso, conosceva molto bene il loro animo. Coraggio, sosteniamo i preti che hanno il coraggio di metterci la faccia.

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