sabato, Aprile 27, 2024

Uno sguardo giovane e coraggioso sulla GMG: il cattolicesimo giovane può essere di più? Una riflessione di Paolo Urciuoli.

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

In occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona pubblico la riflessione del giovane universitario Paolo Urciuoli, francescano della Gifra di Avellino. Buona lettura!

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Condivido volentieri la mia esperienza di GMG a Cracovia nel 2016.

Partii con la mia organizzazione, ovvero GiFra Italia, e in chiave “fraternità” fu un’esperienza bellissima. Mi ha lasciato ricordi bellissimi e persone importanti (una di quelle conoscenze sarebbe diventato il mio primo coinquilino, un’altra uno dei miei più cari amici).

La sensazione che ebbi, però, fu che la bellezza del nostro viaggio derivasse molto più dallo stare insieme del gruppo, come movimento francescano, che dall’organizzazione dell’evento complessivo in sé. Della serie: un grande convegno nazionale come tanti che facciamo, però in Polonia. Figuriamoci se non ti diverti e se non fai belle amicizie!

Oltre all’esperienza di fraternità però, salvo davvero poco. L’aria che si respira sa fortemente di chiuso, come di chiuso sa questa chiesa (checché se ne dica). L’impressione netta che ebbi fu di una logica del tipo: raduniamoci tutti per sembrare tanti, per sembrare forti.

È un momento estremamente prepotente.

Provo a spiegarmi meglio: la massa smisurata di persone non dà effettivamente l’idea del cattolicesimo per quello che è, ovvero un movimento in fortissima crisi ideologica e numerica. La GMG sembra un grosso tappeto sotto al quale nascondere la polvere di mille questioni mai risolte, forse mai affrontate.

1) Alla GMG si parla della Chiesa romana cattolica come se fosse l’unica al mondo, non vi è dialogo ecumenico di sorta, men che meno interreligioso. Lo scettro di Pietro è nostro, altri (fingiamo) non esistono.

2) Vengono rappresentate solo le fasce entusiaste dello status quo: es. vedi dappertutto suore ballare ubriache di gioia, quando il loro posto nelle celebrazioni è palesemente il solito di sempre, cioè le serve. Una minoranza di dissenso non trova posto né voce in quella confusione.

3) I giovani sono greggi di pecore in balia dei preti (l’idea del pastore è presa molto alla lettera…). Non hanno una reale voce in capitolo rispetto all’organizzazione, e quei pochi laici che per facciata vengono coinvolti, sono selezionatissimi papaboys.

3) Non è un convegno in cui si analizzano i problemi strutturali alla chiesa: abusi vari, questione donne, clericalismo, laicato, ecumenismo, seminari, omosessualità, questioni etiche. Nulla. Tutto è perfetto, non serve discutere, basta sembrare tanti. (Tra parentesi, l’unica questio su cui tutti dissentono è una evidentemente: rapporti sessuali prematrimoniali, quanti ne vuoi!  E io concordo, ma la coerenza dove la mettono queste persone?)

4) Alla GMG non si fa alcuna esperienza di missione. Il meglio che si può fare è parlare di una generica pace, una generica ecologica, una generica giustizia (salvo solo il tema delle migrazioni). Ma guai a fare nomi! Non una persona, non un gruppo, solo prototipi.

5) Con grande carità e sperando di non offendere nessuno: è un luogo estremamente cringe . Quando compare il papa c’è gente (anche italiani che lo hanno a quattro passi) che sviene, e non metaforicamente. Affermano di aver avuto visioni, parlato con lo spirito… Della serie, qui a Napoli di Maradona si parla con equilibrio e lucidità a confronto!

Aggiungo che l’estrazione sociale dei partecipanti è per lo più “ricco – borghese”, e che i gruppi più caldi ed entusiasti sono quelli vicini agli ambienti di destra o estrema destra (sono una donna sono una madre sono cristiana). In Polonia poi… sorvolo per pietà. Forse chissà dove un ex papa santosubito dopo aver guardarto Cristo negli occhi si sta passando una mano sulla coscienza.

In più dei luoghi faticosamente raggiunti si vede davvero poco! Al più sono luoghi di “apparizioni” o presunte tali. Devozionismo, stop. Cultura e arte? queste sconosciute!

Lato pubblicità… i nuovissimi preti superstar dei social guidano il tutto, le grafiche sono scadenti, i gadget ridicoli (rosari negli zaini…). Di sicuro riflettono bene il resto 

Tralascio questioni appalti e infrastrutture, non sempre trasparenti, su cui si scrive già tanto.
Credo bisognerebbe con urgenza trovare un equilibrio tra la depressione domenicale delle adorazioni eucaristiche con età media 75 e l’euforia ridicola dei convegni planetari. Un po’ di sobrietà non fa male alla gioia, anzi.

Paolo Urciuoli

Uno sguardo giovane e coraggioso sulla GMG: il cattolicesimo giovane può essere di più? Una riflessione di Paolo Urciuoli. – Vita Consacrata (wordpress.com)

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