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Hiroshima e Nagasaki erano necessarie? (Marescotti)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Furono bombe umanitarie? Ci riferiamo a quelle atomiche di cui ogni agosto ricordiamo la ricorrenza. Il 6 agosto ricorre infatti l’anniversario della bomba atomica su Hiroshima, nel 1945, seguita da li’ a poco da quella su Nagasaki. Due obiettivi militari, disse il presidente americano. Ma non era vero: erano solo due cittadine inermi e prive di installazioni belliche.

Perche’ allora furono sganciate quelle bombe? Erano davvero necessarie?

Si’, sostenne Churchill: erano “bombe umanitarie”.

L’uso delle bombe atomiche e i conseguenti 200 mila morti fu giustificato dall’esigenza di risparmiare almeno un milione di vite umane fra le truppe angloamericane e molte vite umane fra gli stessi giapponesi. Scrisse infatti Churchill nelle sue memorie: “Il popolo giapponese poteva trovare nell’apparizione di quest’arma quasi soprannaturale una scusa tale da salvare il proprio onore e liberarlo dall’obbligo di farsi uccidere fino all’ultimo uomo”. Quindi la bomba atomica avrebbe reso un utile servizio sia agli angloamericani sia ai giapponesi, risparmiando (paradossalmente) vite umane fra i giapponesi e abbreviando le sofferenze per tutti.

Ma questa interpretazione regge?

No. Infatti il Giappone era sul punto di arrendersi e alla base della scelta ci furono altre considerazioni:

1) la bomba atomica voleva essere la dimostrazione all’URSS del possesso di un’arma che sanciva la superiorita’ militare americana;

2) gli Stati Uniti volevano far presto in modo che i russi non potessero accampare meriti per la sconfitta del Giappone.

In particolare gli americani erano venuti a conoscenza del desiderio del Giappone di porre fine alla guerra e di arrendersi, tanto che avevano deciso di mandare a Mosca il principe Konoye per i negoziati di pace. Gli americani infatti tramite i servizi segreti intercettarono e lessero (con il codice “magic”) i messaggi del ministro degli esteri giapponese all’ambasciatore giapponese a Mosca. “Ma il presidente Truman, – scrive lo storico B.Liddell Hart – e la maggior parte dei suoi consiglieri erano tanto desiderosi di accelerare il crollo del Giappone, quanto lo era Stalin di entrare in guerra contro il Giappone prima che essa finisse, per assicurarsi una posizione vantaggiosa nell’Estremo Oriente” (“Storia del mondo moderno. La Seconda Guerra mondiale”, B.Liddell Hart, Garzanti).

Quindi quelle vittime innocenti che in questi giorni ricordiamo furono liquefatte non da “bombe umanitarie” ma da una cinica corsa che vide Usa e Urss fare a gara a chi schiacciava prima il fragilissimo Giappone. Il resto e’ una pietosa bugia. Ma da allora fino all’attuale guerra del Kossovo non si e’ smesso di raccontare la favoletta delle “bombe umanitarie”.

Su una cosa invece Churchill fu estremamente sincero e cioe’ quando disse: “In tempo di guerra la verita’ e’ cosi’ preziosa che dovrebbe essere protetta costantemente da un velo di bugie”. Parole verissime.

3 agosto 1999

Alessandro Marescotti

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