venerdì, Aprile 19, 2024

Quale pace? (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

In questi giorni “il popolo della pace” (religioso e non) ha organizzato un incontro a Roma, per cercare soluzioni alla guerra che si sta combattendo in Ucraina.

Ascoltando i vari interventi ho avuto l’impressione evidente che si affronti il tema pace/guerra, senza svelare/sottolineare la verità che sta a monte, in maniera ormai chiara, di questa ecatombe a cui assistiamo da mesi.

Ritengo da sempre che evitare la verità, per quanto sia scomoda nell’immediato e in genere in contrasto con il potere costituito, sia la causa prima di una debolezza che, nel tempo, porta al crollo di quel sistema che si vuole a tutti i costi difendere.

Infatti, con la verità prima o poi dovremo confrontarci!

Per vederla però, come ben dice il Vangelo, abbiamo bisogno di non sentirci vincitori, forti.

Anzi solo “perdendo” (la nostra ipocrisia, la nostra ricchezza, la nostra supponenza…) riusciremo a coglierla. Ma se non si è disposti ad accettare questa “perdita”, perche troppo rischiosa/onerosa, si farebbe bene a non farsi promotori della “pace”, dato che essa si fonda sulla verità e non su chiacchiere autoconsolatorie.

In che modo in questi incontri (non solo quello di Roma) si abdica alla verità?

Si abdica alla verità quando si ignora volutamente un nodo fondamentale che tiene insieme il tutto, e cioè che la guerra e solo “accidentalmente” tra Russia e Ucraina. In realtà l’Ucraina è il territorio su cui avviene uno scontro finale fra le grandi potenze per la conquista dell’energia e delle materie prime, il cui controllo, pensano, sia garanzia di dominio sullo sviluppo economico globale. Non che questa lettura sminuisca l’immane tragedia dei popoli schiacciati, bruciati, uccisi…  semplicemente la spiega meglio.

Si abdica alla verità se si evita di dire, con chiarezza, che il grande imputato è, nei grandi conflitti (ora e sempre), il dominio di un impero/sistema su un altro. Ora è il capitalismo che esercita i suoi diritti.  Esso ha gia raggiunto il massimo della sua violenza devastatrice in termini di oppressione e di sfacciata ricerca del bene di pochi a danno di molti. Come non vedere i disperati in fuga dall’Africa e non solo, le insurrezioni scatenate (America Latina docet!) per provocare altre guerre, le masse impoverite degli europei, degli americani del sud ma anche del nord, l’erosione costante dei diritti sociali , la continua svendita di beni comuni (acqua, energia, demanio, produzioni alimentari, sanità e scuola) ai privati, che volendone trarre un giusto (?) profitto, li rendono inaccessibili ai più?

Ora, le potenze capitaliste dominanti, si scontrano per la vittoria finale. Costasse pure l’estinzione del genere umano!

Si abdica alla verità quando si evita di dire che non si può parlare di democrazia, se questa si riduce alla piatta e acritica adesione alle scelte del potere , sia esso nazionale o globale, se si evita di dire che una “politica” che limiti la discussione, il confronto, il dubbio e che decida a priori cosa è giusto e cosa no, non può  più definirsi tale.

Si abdica alla verità quando si evita di vedere la realtà dei cosiddetti “valori occidentali”. Quali sarebbero oggi? Forse, come ho già detto, la sistematica distruzione dei diritti collettivi? 

Forse l’omologazione al pensiero unico atlantista? Non è vero forse che oggi basta il filoatlantismo per sdoganare il fascismo? (Meloni docet!).

Forse la spinta a un consumismo che abbrutisce e indebolisce la mente e lo spirito?

Forse il “falso discorso ecologico” che mentre parla di energie alternative, non parla di decrescita e di cambiamento di stili di vita? O la decrescita che propina ai poveri perchè già ci sono abituati?

Forse il trattamento ”coloniale” riservato al sud del mondo, ancora e ancora rapinato dei suoi beni, a vantaggio della nostra economia dello spreco?

Forse i discorsi “belli” sulla pace mentre  si soffia sul fuoco, commerciando armi e schierandosi sempre con il presunto più forte, con buona pace della giustizia e della verità?

Forse quando si applicano doppie morali: Erdogan è un dittatore che viola quotidianamente i diritti umani così come Modi o Al-Sisi o le monarchie del Golfo… con cui si trattano affari e si hanno rapporti cordiali mentre Putin, Maduro o Raisi sono visti come l’espressione del male?

Forse si intende come valore occidentale “irrinunciabile” il benessere economico ottenuto con qualsiasi mezzo, specie se il mezzo è approvato dallo “Zio Sam”?

Si abdica alla verità quando non si dice che i “valori occidentali”, russi e cinesi, si assomigliano! Tutti infatti intendono valori “economici”. Intendono un mondo in cui chi “ha i soldi” (sperano siano sempre di meno) comanda e decide, e i poveri (sperano sperano siano sempre di più) si arrangino pure. Anzi se crepano meglio! E tutti ammantano la crudezza di queste scelte con parole concilianti/dolci, “via della seta”, “la santa madre Russia”, “la grande civiltà europea”, “la liberta americana”, “ la pace prima di tutto”.

Non ci sarà mai pace nel nostro mondo, nel nostro tempo, finchè accetteremo il liberismo economico, che riduce l’uomo in schiavitù. Bisogna dirlo chiaro altrimenti il bel discorso sulla pace, diventa  una mistificazione evidente, per altro già intuita, come dimostra la contrarietà dei popoli europei all’invio reiterato di armi (…solo se si volesse ascoltarli tanto per cominciare!). 

Chi parla di pace (soprattutto le Chiese che si ispirano a un grande maestro e al suo Vangelo!) dovrebbe innanzitutto chiedere il superamento/abbattimento del capitalismo e l’instaurazione di un nuovo socialismo, nel quale lo Stato difenda i diritti del popolo che non ha voce e si faccia garante dei beni fondamentali alla vita (casa, energia, alimentazione, acqua, scuola, salute e lavoro…) in modo che la speculazione privata non ne faccia strage. Altrimenti parlare di “pace“ e di “pacifismo” diventa farne l’ “oppio dei popoli”, perchè non aiuta l’uomo a pretendere il rispetto della sua dignità, della sua libertà, della sua responsabilità, ma lo invita ad accettare l’ineluttabilita di questo sistema, insinuando che sia l’unico buono e soprattutto l’unico possibile!

Infine mi dissocio dalla visione di un Dio che se implorato e pregato farebbe cessare il conflitto o cambierebbe il cuore dei potenti. Un Dio così sarebbe simile a Giove. Un idolo capriccioso e crudele in balia delle richieste umane.  E poi quale dio? Il dio di papa Francesco o il dio di Kirill?

Dio non è fuori dal mondo. Dio è nel mondo e in noi con la sua verità. Solo noi, se cerchiamo la verità e ascoltiamo le sue parole, potremo cambiare il corso degli eventi. Nessun miracolo, nessuna magia, ma la forza della conversione del cuore.

“Nessuno può servire due padroni: perchè o amerà l’uno e odierà l’altro; oppure preferirà il primo e disprezzerà il secondo. Cosi non potete servire nello stesso tempo Dio e i soldi”. 

(Mt 6, 24)

“Affermo di essere un seguace della verità fin dall’infanzia. Fu la cosa più naturale, per me.

La mia fervente ricerca mi portò alla massima rivelatrice «La Verità è Dio», invece della solita «Dio è la Verità».

Quella massima mi consente di guardare Dio in faccia, per così dire. Me ne sento pervaso in ogni fibra del mio essere.”

Gandhi, Il mio credo, il mio pensiero, pag. 32

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