martedì, Aprile 23, 2024

Anniversario del Vaticano II: per favore, basta nostalgie e avanti con le riforme!

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

60 anni fa si aprivano i lavori del Concilio Vaticano II. Markus Nolte riflette su come questo evento, ancora oggi, sia molto emozionante e continui ad ispirare chi lo ha visto e vissuto da vicino. Ma le nostalgie non bastano per far fronte alle sfide del presente e del futuro. Soprattutto perché, a differenza di allora, manca qualcosa di fondamentale e i tempi sono ormai cambiati…

Il caporedattore di Kirche+Leben, Markus Nolte, sul 60° anniversario del Concilio Vaticano II.

Ah già, i 60 anni del Concilio! Gli occhi di molte persone brillano ancora dall’emozione e dall’entusiasmo di allora: è stato un tempo di “nuovi inizi” nella Chiesa! Ebbene, oggi dovrebbe accadere di nuovo! Dopo tutto, in 60 anni, sono cambiate più di un paio di cose nella Chiesa e nel mondo: soprattutto nel loro rapporto reciproco.

Alcune cose devono essere chiarite con urgenza! Ad esempio, mentre nel Concilio la Chiesa si è chiaramente aperta all’arricchimento portato dalle nuove conoscenze scientifiche, oggi i vertici romani sembrano tornare ad insistere, senza mezzi termini, sulla “dottrina immutabile e sulla tradizione”. Se negli ultimi decenni la Chiesa stessa (soprattutto in Germania… non certo in Italia! n.d.t.) si è battuta per la parità dei diritti delle donne nella società odierna, essa rimane non in grado di affrontare seriamente le sfide teologiche (validamente e fondatamente argomentate!) nate “tra le sue mura”. Mentre la Chiesa, allora decisamente trionfalista e narcisista, ha riflettuto su se stessa al Concilio e si è riscoperta “popolo di Dio”, oggi sembra bloccata… invece di aprirsi al nuovo cerca timidamente di rivendicare autorità, potere e funzioni speciali in un’epoca ormai cambiata che richiede democrazia, uguaglianza e partecipazione.

Cristianesimo leguleio e desiderio di riforma

È vero: molti testi del Concilio non sono ancora stati attuati fino in fondo. Ma questo non deve essere un argomento per rimandare le riforme necessarie oggi!

Questo tipo di cristianesimo un po’nostalgico e fermo su se stesso, disattende il desiderio profondo di molti cattolici di vedere finalmente una Chiesa che non si limita al suo “piccolo orticello”. Queste persone si sentono oggi sole e pesantemente offese e spererebbero in una realtà ecclesiale rinnovata, con un sguardo più rivolto a Dio e alle persone concrete. Inoltre, la si tuazione attuale, nega la stessa volontà dei Padri conciliari che volevano una Chiesa in costante rinnovamento.

Il “profumo” del Concilio

Giovanni XXIII e Francesco, il “papa del Concilio” e l’attuale pontefice, sono simili per molti aspetti e anche un po’nelle modalità e nell’approccio. L’elezione dell’attuale Papa, quasi dieci anni fa, ha indubbiamente segnato l’inizio di un periodo nuovo. Nel brutto trentennio, successivo al Vaticano II, molte riforme e necessità della Chiesa non si sarebbero nemmeno potute pensare, dire o discutere!

E il Sinodo mondiale di Francesco potrebbe realmente avere “l’odore” di un nuovo concilio. Ma con i “profumi” bisogna essere cauti… Il rischio è che questo sinodo non emozioni nessuno… ma che deluda molti.

Markus Nolte, Kirche+Leben.de, 11 ottobre 2022

Articolo in tedesco:

https://www.kirche-und-leben.de/artikel/konzils-jubilaeum-bitte-reformen-statt-ruehrung

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