venerdì, Marzo 29, 2024

Il paragone tra nazismo e cammino sinodale da parte del porporato vaticano mostra semplicemente la paura di chi sta perdendo significato!

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Il caporedattore di https://www.kirche-und-leben.de/ Markus Nolte e inviato all’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale tedesca

Per ben due volte nel giro di pochi giorni, i vescovi tedeschi impegnati nel Cammino sinodale/Synodalen Weg hanno dovuto subire violenti attacchi contro di loro mossi da Roma. Il cardinale Kurt Koch ha fatto l’infelice e inacettabile paragone tra il sinodo e la collaborazione con il nazismo; il nunzio apostolico (il vescovo croato Nikola Eterović) continua a lanciare minacce e a sottolineare che la Chiesa non è una democrazia. Evidentemente il Cammino sinodale ha “colpito nel segno” e ha toccato dei nervi scoperti! E forse è proprio questa sua caratteristica ad averlo reso così pericoloso e inviso alle stanze del potere clericale (vaticane e non!). Il caporedattore Markus Nolte condivide con noi le sue riflessioni.

Niente è sintomo più evidente di grande paura (se non di panico puro!), dell’arroganza e della mancanza di lucidità nelle dichiarazioni. E abbiamo scoperto che anche gli alti funzionari del Vaticano non sono immuni da questo fenomeno. Per questo motivo, si può davvero provare pena per la maggior parte dei vescovi tedeschi che ancora si impegnano seriamente e vogliono continuare il Cammino sinodale. L’infelice “sparata” di Koch, evidentemente “sollecitata” da Roma, contro i vescovi più progressisti e i loro sforzi per rimanere uniti (nonostante le opinioni decisamente divergenti all’interno della stessa Conferenza episcopale) non può essere ignorata o sottovalutata nella sua gravità.

Non è una “bagatella da niente” quando il cardinale svizzero (esperessione della Curia romana) Kurt Koch, equipara la discussione e il cammino, teologicamente fondato, per una Chiesa più autentica, che sappia leggere i segni dei tempi, a chi nella Chiesa tedesca andò a braccetto con l’ideologia nazista.

Chi si sente minacciato dalla democrazia e dalla libertà?

Queste parole risultano ancora più gravi se lette assieme a quelle pronunciate poco prima dal nunzio pontificio! Mons. Eterović aveva avvertito la Conferenza episcopale tedesca, riunita in questi giorni a Fulda, di non “scadere nel parlamentarismo” con il loro Cammino sinodale – come se la democrazia fosse qualcosa di malvagio, pericoloso e decadente. Il nunzio ha poi fatto chiaramente capire che vede la libertà di stampa – al servizio della libertà di tutti – come una minaccia alla “libertà dei vescovi”.

Queste due dichiarazioni, spinte dagli ambienti vaticani, mostrano chiaramente l’opposizione che i vescovi tedeschi orientati alla riforma devono, e dovranno, affrontare a Roma. Quando si propaganda “sinodalità”, “dialogo”, “ascolto” come nobili principi guida e obiettivi, senza poi essere disposti ad ascoltare, a comprendere e a mettere in discussione le proprie posizioni, allora si tratta di un significato piuttosto strano da dare al termine “sinodalità”!

La posta in gioco è alta…

Tutto questo è molto grave e dà “un assaggio” di cosa siano capaci coloro che vogliono fermare a tutti i costi le riforme usando la scusa pretestuosa di non voler creare divisioni nella Chiesa. Però queste parole, scomposte quanto inqualificabili, ci mostrano ancora più chiaramente che il Cammino Sinodale ha toccato un punto dolente: l’esistenza di una gerarchia ecclesiastica egocentrica, presuntuosa e autocratica che sta tradendo la sua missione!

A novembre è prevista una visita dei vescovi tedeschi in Vaticano. Questi saranno probabilmente i colloqui più difficili. La posta in gioco è molto, molto alta…

I nostri vescovi, o meglio la stragrande maggioranza di loro, meritano tutto il sostegno possibile!

Markus Nolte, 29 settembre 2022

Articolo in tedesco:

https://www.kirche-und-leben.de/artikel/vatikanischer-nazi-vergleich-zeigt-angst-vor-bedeutungsverlust

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