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Dietro le parole. Chiesa-comunione e laicità del mondo (Marcelo Barros)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

In Brasile, da oltre 40 anni, Dietro le parole è il titolo del mensile del Centro di Studi Biblici (CEBI) e indica un metodo di ricerca biblica: cercare di capire cosa c’è dietro le parole della Bibbia. Questa attenzione può essere applicata non solo ai testi biblici, ma anche a una corretta comprensione dei fatti della vita.

In questi giorni, anche in Brasile ci giunge notizia che a Verona il vescovo dimissionario si è manifestato pubblicamente al secondo turno delle elezioni comunali chiedendo al clero e ai fedeli di votare per la destra. Grazie a Dio, Marco Campedelli, caro fratello e amico, a cui sono legato da più di 30 anni di amicizia (era il 1988 quando ci siamo incontrati), si è manifestato profeticamente e per questo è stato punito in modo strano. Il vescovo gli impedisce di insegnare religione in una scuola pubblica.

Tra noi è circolata un’immagine in cui il vescovo rispondeva a una domanda spiegando che il sacerdote non poteva insegnare religione nella scuola pubblica, perché non è in comunione con lui. Una strana nozione di comunione, intesa come sottomissione acritica e unilaterale che rivela al mondo quello che papa Francesco chiama chiaramente “clericalismo”. Il vescovo insiste in un rapporto che consiste nell’antisinodalità, opposta al modello di Chiesa che il papa propone e spiega come “camminare insieme”.

Tuttavia, c’è molto di più dietro a questa storia. Per chi non si trova in Italia, è difficile capire come, in pieno XXI secolo, un Paese come l’Italia possa mantenere per legge il potere dei vescovi cattolici di nominare e revocare gli insegnanti di religione nelle scuole pubbliche, come se le altre religioni non avessero lo stesso diritto di esistenza e la scuola potesse rinunciare al suo carattere di preparazione a una convivenza pluralistica e rispettosa.

Anche da lontano, sono solidale con l’amico Marco Campedelli per l’ingiustizia subita, per il dolore di vedere negata la via del dialogo proprio nella Chiesa che ama e che ha servito per tanti anni. Tuttavia, Dio conceda che questo suo gesto di libertà interiore e di veridicità profetica possa rivelare alla gerarchia della Chiesa l’urgenza di riprendere il dialogo fraterno e amorevole con l’umanità laica sul modello di quello iniziato da papa Giovanni XXIII 60 anni fa.

Che vescovi, preti e laici, donne e uomini, accolgano più profondamente e con più sincerità la proposta di sinodalità avanzata da papa Francesco.

Che la scuola pubblica diventi davvero uno spazio di dialogo e di convivenza pluralistica che prepari i giovani a un mondo di pace, giustizia e comunione con l’universo.

Le ultime parole del mio vescovo, che è stato il mio Maestro, dom Hélder Câmara, mentre se ne stava per andare verso l’Infinito, sono state «Non lasciare mai cadere la profezia». Ora io queste parole le dico a tutte e tutti voi: «Non lasciate cadere la profezia». Non sono solo i grandi eventi a cambiare la storia ma i piccoli atti di “disobbedienza evangelica” che fanno deragliare il treno tronfio del potere. Inutile scrivere pagine sui grandi sistemi, ma solo teoriche, accademiche; inutile insegnare dalle nostre cattedre teologiche il valore dalla coscienza e della libertà, se poi quando ci viene fatto un abuso di potere, chiniamo la testa e baciamo l’anello.

Io vengo da questa terra dei grandi sogni, che è l’America Latina. Noi abbiamo subìto un sistematico abuso di potere quando hanno voluto cancellare la nostra storia, e hanno scritto la “Scoperta dell’America” e non la vergognosa e sanguinosa “Conquista dell’America”. Ogni “piccolo” abuso di potere è da denunciare, soprattutto quando lo fa chi dovrebbe avere, come la Chiesa, il Vangelo come unico imperativo morale.

Sogno una Chiesa che riconosca a tutti la stessa dignità, che abbatta i muri tra “clero e laici” tra “uomini e donne” tra “ricchi e poveri”.

Sogno una Chiesa che vada a scuola di laicità dal suo maestro Gesù di Nazareth laico e non chierico.

Sogno una Chiesa che danza come danza il mio popolo brasiliano.

E danzando dice che anche Dio danza.

Perché Lui sì “è in comunione” con la gente, con l’universo e sogna, per tutti noi, un mondo felice.

Marcelo Barros, Adista.it, 15/07/2022

Marcelo Barros è ecoteologo, biblista e saggista brasiliano, tra i più stimati a livello globale, Marcelo Barros è stato collaboratore di dom Hélder Câmara. Animatore delle Comunità ecclesiali di Base e membro dell’Associazione Ecumenica dei Teologi del Terzo Mondo (Asett). 

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