giovedì, Aprile 25, 2024

Il Vangelo della nonviolenza (Mt 5, 38-40) di don Paolo Zambaldi

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Se leggiamo le pagine del Vangelo con sincera voglia di cogliervi un senso, un valore che orienti la nostra coscienza, che ci riveli/tolga il velo dal volto di Dio, non possiamo non notare come sia chiara e rivoluzionaria ed esaustiva la parola e la testimonianza di Gesù.

Egli parla infatti all’uomo di tutti i tempi, di tutti i mondi, di tutte le culture, di tutte le spiritualità/religioni, indicando l’unica via di salvezza possibile, al di fuori della quale non c’è che dolore, ingiustizia, morte, distruzione.

Questa via è quella della nonviolenza come stile di vita, una nonviolenza che altro non è che la declinazione concreta dell’amore inteso come carità, reciprocità, responsabilità.

Infatti l’amore o è “disarmato” o non è!

In un momento tragico come quello odierno, in cui la violenza delle guerre e non solo, ci inquieta, ci spaventa, ci disorienta… ripercorriamo insieme alcuni passi evangelici per capirne meglio la scelta radicale e la ragione per cui non si può dirsi cristiani/umani se non si evita di rispondere al male col male…

Sapete bene ciò che dice la Bibbia: “Occhio per occhio dente per dente” Ma io vi dico: non vendicatevi contro chi vi fa del male. (Mt 5, 38)

È stato detto occhio per occhio… potremmo dire che, fin dall’origine della storia, la logica umana ha confuso la giustizia con la vendetta, ha ritenuto necessario e indiscutibile rispondere con la forza a chi provoca, aggredisce, odia. É un istinto primordiale, simile a quello animale. Non c’è nessuna riflessione ne ragionevolezza. È solo un’esibizione di potenza e come dimostrano le infinite guerre del mondo, non risolve nulla, anzi scava abissi d’odio mortale.

“Ma io vi dico” io Gesù, che ho compreso bene l’amore di Dio che informa il mondo, amore che è armonia convivialità partecipazione responsabilità, amore che solo può essere via di salvezza per gli uomini… io vi dico che non dovete rispondere al male col male, a costo di passare per deboli, stupidi, inutili. Perché non c’è speranza per un uomo violento. La sua vita sarà una continua ritorsione. Distruggerà gli altri e se stesso. Per conquistare ogni cosa a tutti i costi perderà ogni cosa. Il suo mondo sarà travolto: distruggerà i suoi rapporti, perderà i suoi beni, avvelenerà la terra, costruirà l’arma della sua definitiva distruzione.

La guerra ha la stessa logica della vendetta: dimostrare chi è il più forte mistificando il concetto di patria, razza, terra, sangue…

Ma allora dobbiamo subire? Lasciarci aggredire?

Chiediamoci se dietro queste domande non si nasconda una volontà di potenza più che una volontà di pace, una volontà di vendetta più che di riconciliazione. Attenti a non invocare la giustizia, perché nessuna strage di innocenti può essere fatta in suo nome.

Ma allora?

“Se uno ti da uno schiaffo, sulla guancia destra, tu presentagli anche l’altra”. (Mt 5, 39)

Non aver paura del giudizio degli altri se ti schieri per la nonviolenza, anche se ti umiliano e ridono di te. Se ti offendono taci e continua per la tua strada…

“Se qualcuno vuol farti un processo per prenderti la tunica tu lasciagli anche il mantello” (Mt 5, 40)

Rinuncia alla violenza nel tuo quotidiano anche se ti costerà in termini di potere e di beni. E forse la tua stessa vita sarà in pericolo.

Gesù subì un processo e una condanna a morte perché scelse di essere un profeta “disarmato”. La nonviolenza è una provocazione inaccettabile per i potenti.

don Paolo Zambaldi

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