Attualmente sono oltre 24.600 le denunce relative alla sparizione di donne, gran parte delle quali tra i 12 e i 19 anni
Il 30 aprile scorso decine di donne hanno organizzato una protesta pacifica a Ciudad Juárez, città tristemente nota, in Messico e in tutta l’America latina, per l’alto numero di femminicidi. La manifestazione, organizzata per chiedere verità e giustizia per las mujeres desaparecidas, ha voluto rappresentare anche un atto d’accusa nei confronti del governo, colpevole di non essersi adoperato a sufficienza per estirpare la pratica del femminicidio da una delle città più violente del mondo.
Tra le donne che hanno partecipato alla mobilitazione vi erano molte madri che hanno perso le loro figlie poco più che adolescenti, a partire da Reina de la Torre Sánchez, madre di Isabel Cabanillas, desaparecida dal gennaio 2020. In particolare, è emersa ancora una volta una forte sollecitazione al governo messicano affinché l’impunità non regni più sovrana nel paese. «¡Grito por las que ya no tienen voz!» è stato uno degli slogan maggiormente ripetuti dalle manifestanti.
Secondo i dati divulgati dalla Comisión Nacional de Búsqueda, attualmente sono oltre 24.600 le denunce relative alla sparizione di donne, gran parte delle quali tra i 12 e i 19 anni, soprattutto negli stati di Puebla, Michoacán, Tamaulipas, Veracruz, Nuevo León, Nuevo México e ovviamente Chihuahua, nel nord del Messico la cui capitale è Ciudad Juárez.
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Fonte: https://www.resumenlatinoamericano.org/