Il primo atto del pacifista non è quello di vincere, ma di comprendere.
Il secondo atto è quello di non farsi manipolare, ed è strettamente connesso con il primo.
Il terzo atto è di condividere una visione non manipolata della realtà.
Già facendo queste tre cose il vero pacifista si trova addosso tutte le critiche del potere industriale e militare che teme la creazione di un’opinione pubblica intelligente e ostile alla guerra. Quando il vero pacifista sarà attaccato e denigrato, allora dovrà essere consapevole di aver fatto un ottimo lavoro e di dover proseguire sulla strada della verità, con i mezzi della nonviolenza.
Il mio approccio al pacifismo è un approccio coerente con quello di Assange e di Pulitzer. Quest’ultimo scrisse:
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
19 aprile 2022 Alessandro Marescotti