mercoledì, Dicembre 25, 2024

Ddl Zan, Azione cattolica costringe all’abiura due gruppi locali (Luca Kocci)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Provincia di Messina. La più importante associazione ecclesiale italiana impone la censura all’Ac di Tusa e Castel di Lucio che avevano pubblicato post sul profilo Facebook in favore del disegno di legge contro l’omotransfobia

Censurati e costretti all’abiura due gruppi locali di Azione cattolica – la più importante associazione ecclesiale italiana – che avevano espresso sostegno al ddl Zan contro l’omotransfobia.

Succede in provincia di Messina dove, lo scorso 22 aprile – quando il provvedimento era ancora fermo in Commissione giustizia -, l’Ac di Tusa aveva pubblicato un post sul proprio profilo Facebook. «Il ddl Zan è bloccato al Senato e rischia di non essere approvato per l’ostruzionismo di certi gruppi politici – si legge -. Noi, consiglio di Ac di Tusa, vogliamo unirci alla campagna per l’approvazione di una legge che reputiamo perfettamente in linea con lo spirito del Vangelo, con la bella notizia del nostro Signore e Maestro che non è insensibile al dolore dei figli, in questo caso causato dall’odio pregiudizievole verso persone colpevoli soltanto di esprimere loro stesse».

Il giorno successivo anche il gruppo di Ac del vicino Castel di Lucio si esprime a favore del ddl Zan: «Gesù si è costantemente schierato dalla parte di coloro che la società escludeva» e «ha rimproverato apertamente l’ipocrisia dei farisei, di coloro che nei loro precetti morali volevano ingabbiare l’uomo in sterili leggi, impedendogli di manifestarsi nella sua piena libertà e nella sua vera essenza voluta da Dio», si legge nel post. «La misoginia, l’omotransfobia e l’abilismo sono delle gravi forme di peccato che vanno totalmente contro i precetti evangelici, ed è nostro compito schierarci affinché tali eventi vengano contrastati il prima possibile».

Esplodono le polemiche – molti commenti di cattolici “ortodossi” e omofobi compaiono sotto i post – e arrivano le pressioni dall’alto della Presidenza diocesana (di Patti) di Ac, che intima la rimozione dei post, in nome della Cei.

La prima a cedere è l’Ac di Castel di Lucio, che rimuove il post, accompagnato però da un messaggio che ribadisce la posizione: «Nessun passo indietro rispetto ai contenuti del precedente post che riteniamo essere in linea con la nostra missione che è stata e continuerà a essere quella di diffondere messaggi di amore, solidarietà e uguaglianza». Il giorno dopo anche l’Ac di Tusa cancella il post, ma precisando che «i membri del consiglio, nella loro individualità e come cattolici, ribadiscono il loro sostegno all’approvazione di una legge che ritengono coerente con gli insegnamenti del Vangelo».

E meno male che per la Cei è il ddl Zan a essere liberticida.

Luca Kocci, il manifesto, 29.04.2021

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