mercoledì, Dicembre 18, 2024

Imbecilli alla riscossa

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Mentre è evidentissimo il fallimento della strategia di Trump, si agita sui social network un movimento che chiede di seguirne le stesse mosse, in nome della libertà di guadagnare. “La pandemia è lontana dalla fine”, dice l’OMS. Ma c’è chi sbeffeggia ogni parere scientifico in nome dell’ignoranza

Ci eravamo illusi che questa pandemia portasse a un incremento della saggezza.

Invece no.

Dopo settimane di trepidazione in cui ci eravamo stretti come popolo attorno a valori unificanti e positivi, ecco che ricominciano a cercare visibilità politici maldestri e i loro seguaci ancora più maldestri che chiedono “libertà”. Libertà di guadagnare, di non seguire le indicazioni della scienza e in particolare – in condizioni di incertezza scientifica – il Principio di Precauzione.

Mentre è evidentissimo il fallimento della strategia di Trump, si agita sui social network uno strano movimento che chiede di seguirne le stesse mosse che hanno portato in poche settimane a una quantità di vittime superiori alla guerra del Vietnam.

Un movimento di avventurieri senza scienza e senza coscienza si agita spernacchiando e cavalcando una campagna di opposizione ai vaccini, compreso quello – in prospettiva – per combattere il coronavirus.

“La pandemia è lontana dalla fine”, dice l’OMS. Ma c’è chi sbeffeggia ogni parere scientifico in nome dell’ignoranza.

Questa crisi dovrebbe essere l’occasione per riprogettare la società, la sua economia, le sue priorità e i suoi valori.

“Bisogna ripensare – dice Gino Strada – a un mondo diverso, più solidale e più comunità”. Ma aggiunge: “In questi giorni c’è chi pensa al proprio orticello politico per scavarsi nicchie di notorietà davanti a centinaia di morte”.

Ed è così purtroppo.

Siamo di fronte in Italia a un 70% di analfabeti funzionali che vengono strumentalizzati a fini politici.

Chi sono?

Sono persone che sono andate a scuola e sanno leggere ma non comprendono, non seguono un criterio logico, vanno a zig zag, cambiano idea facilmente. Su Facebook mettono il like su post diametralmente opposti.

Sono persone che sanno usare Internet, come pure l’auto. Apparentemente sanno discutere, leggere, ascoltare, ma non capiscono frasi di media complessità. O capiscono l’esatto contrario.

I test cognitivi lo hanno confermato: vengono definiti “analfabeti funzionali”.

Sono incapaci di riassumere correttamente con le proprie parole comprendere ciò che hanno letto sul computer o guardato in tv e ciò avviene quando le frasi superano una certa lunghezza. Colgono solo i messaggi brevi, premasticati, semplici e semplificati dai politici, seguono lampi di intuizioni privi di logica e molto. Comprendono il contrario di quello che c’è scritto, si danno la zappa sui piedi e spesso neanche se ne accorgono. Poiché la lettura non fa per loro, i leader politici confezionano per loro dei videomessaggi, in cui conta più l’espressione del volto e il tono della voce rispetto ai ciò che invece viene detto.

Gli analfabeti funzionali non sanno verificare le notizie, abboccano alle bufale. Creano le loro convinzioni non in base a criteri razionali ma su rapporti di fiducia con il leader politico che ispira maggiore sicurezza o che fa maggiore presa sulla propria immaginazione.

Tutto questo solo in Italia? No, assolutamente no.

Negli Stati Uniti la situazione non è molto migliore e la base elettorale di Trump è fatta in buona parte da questa prateria umana.

Saremo capaci di far emergere nella crisi del coronavirus bagliori di razionalità, buon senso e di saggezza?

E’ il tentativo su cui lavoriamo da anni per una democratizzazione dell’informazione e della scienza che deve avere il compito non di abbassare ma di innalzare il livello di qualità della democrazia.

Note: Il “discorso del disinfettante e dell’iniezione”. Ecco cosa ha detto Trump qualche giorno fa.

“Dunque, supponiamo di colpire il corpo con una luce tremenda – sia ultravioleta o comunque molto potente – e credo che tu abbia detto che questo non è stato controllato ma che avete intenzione di testarlo. E allora ho detto, supponiamo di portare la luce dentro il corpo, che si possa fare o attraverso la pelle o in qualche altro modo, e credo che tu abbia detto che avete intenzione di testare anche questo. Sembra interessante.

[Bryan: Contatteremo le persone giuste che possono farlo.]

E poi vedo il disinfettante, che lo fa fuori in un minuto. Un minuto. E chissà se c’è [“is there”, forma interrogativa, qui nella trascrizione della BBC c’è anche il punto interrogativo finale] un modo di fare qualcosa del genere, tramite iniezione dentro [?] o quasi una pulizia [?]. Perché vedete [il virus] arriva nei polmoni e ha un tremendo effetto sui polmoni. Così sarebbe interessante controllare questa cosa. Dovrete usare dei medici per questo. Ma mi sembra interessante. Insomma vedremo. Ma questa faccenda della luce, del modo in cui uccide il virus in un minuto, questa – questa è piuttosto potente”.

E cosa è successo?

“Il New York City’s Poison Control Center sostiene di di aver ricevuto 30 chiamate nelle 18 ore successive alle osservazioni del Presidente USA. Nella stessa finestra dell’anno scorso, le chiamate erano state solo 13. La hotline ha riferito alla NBC di New York che 13 telefonate riguardavano il disinfettante Lysol, 10 sulla candeggina e 11 su altri detergenti per la casa. I produttori di disinfettanti – tra cui Reckitt Benckiser, che produce Lysol e Dettol – sono stati costretti ad intervenire per rilasciare comunicati coi quale avvertire i propri clienti di non ingerire o iniettare i loro prodotti per la pulizia”.
Fonte: https://www.fanpage.it/…/gli-americani-si-sono…/
https://www.fanpage.it/

 

 

Alessandro Marescotti, Peacelink.it, 2 maggio 2020

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