venerdì, Aprile 19, 2024

Commento a Gv 14,1-12, V domenica di Pasqua (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

ANNO A, 10 maggio 2020, V DOMENICA DI PASQUA; At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre». Gv 14,1-12

 

Innanzitutto, per affrontare e comprendere il testo del Vangelo di questa domenica, è necessario fare un passo indietro… Torniamo al momento della cena pasquale durante la quale Gesù aveva annunciato la sua morte e aveva predetto a Pietro che lo avrebbe tradito.

Dunque è un momento di grave turbamento per i discepoli. Un momento in cui vengono meno le loro certezze e la loro comprensione non solo della testimonianza di Gesù, ma della stessa realtà di Dio, del suo ruolo nella storia… forse della sua stessa esistenza.

“Mostraci il Padre”, dice Filippo… Facci vedere chi è, dove è, che pensa di fare con te e con noi…

Cercare prove dell’esistenza di Dio, cercare di definire la sua azione, il suo essere in relazione all’uomo, è stato un tema portante di tutte le filosofie e di tutte le teologie che hanno attraversato la storia della conoscenza umana!

In generale, un po’semplificando, si è costruita un’immagine di Dio onnipotente, trascendente, creatore del mondo, padre provvidente, padrone dell’universo… Un Dio, “nell’alto dei cieli”, che muove e cambia se implorato, le sorti del mondo, che punisce e perdona, che crea e distrugge.

Ma come sempre Gesù fa emergere la verità, indica la via, esalta la vita…

La sua definizione di Dio è inequivocabilmente diversa da quella corrente, sostenuta dai sapienti, dai filosofi, dalle caste sacerdotali e dai suoi stessi discepoli!

A Filippo che gli dice Signore, mostraci il Padre e ci basta”, Gesù risponde: Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?”… “Chi ha visto me, ha visto il Padre”.

Dunque Gesù chiarisce che la ricerca di un Dio, un theos, posto fuori dal mondo dell’uomo non ha senso.

Dio lo vediamo guardando il volto dell’uomo: questo ci ha insegnato il Signore.

Bisogna diffidare di quelli che dicono che i diritti di Dio vengono prima di tutto! Si è sentito in questi giorni… “Dio prima della salute, Dio prima dello Stato, Dio prima dell’ uomo…”.

Ma Dio non ha diritti!

E se li ha, li nasconde tutti nei diritti dell’uomo. E non solo, ma nei diritti dell’uomo calpestato.

Così ci ha detto in altro passo evangelico (più precisamente nel cap. 25 del Vangelo secondo Matteo): Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Dunque nelle parole di Gesù si svela un Dio impotente, un Dio crocifisso, che comprende e ama, un Dio che non ha bisogno di essere amato e difeso, ma di essere ascoltato… Un Dio nell’uomo, un Dio per l’uomo!

Il Vangelo di oggi dunque rovescia completamente una visione alienata di Dio: “Lui è il responsabile! … A noi non resta che pregarlo supplicarlo di essere clemente, di togliere il male dal mondo.”

In realtà Gesù ci dice “Dio è in te e nel fratello che incontri”! É tua la responsabilità di stabilire rapporti di giustizia, di amore, di condivisione… É tua la responsabilità di far scendere i poveri dalla croce!

Tu sei in Dio, immerso nella sua presenza!

Dio non “fa”… Dio “è”!

 

don Paolo Zambaldi

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