martedì, Aprile 16, 2024

J.P. Sartre (21 giugno 1905 – 15 aprile 1980)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Il 15 aprile 1980, all’ospedale Broussais di Parigi dove era ricoverato, moriva Jean-Paul Sartre: filosofo, itellettuale, attivista politico e fiero antifascista, compagno di vita di Simone de Beauvoir…

A questo grande pensatore, indagatore della realtà, ricercatore di senso, va oggi il nostro ricordo e la nostra gratitudine…

 

“Per ottenere una verità qualunque sul mio conto, bisogna che la ricavi tramite l’ altro…

L’altro è indispensabile alla mia esistenza, così come alla conoscenza che io ho di me.”

 

J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, 1946

 

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Allego un altro bel testo dell’autore che riflette sul Natale e sulla figura di Maria:

 

Ciò che bisognerebbe dipingere sul viso di Maria è uno stupore ansioso che è comparso una volta soltanto su un viso umano.

Perché il Cristo è suo figlio, carne della sua carne e sangue delle sue viscere. L’ha portato in grembo per nove mesi, gli offrirà il seno e il suo latte diventerà il sangue di Dio. Qualche volta, la tentazione è così forte da farle dimenticare che è Dio. Lo stringe tra le sue braccia e dice:”Bambino mio!”.

Ma in altri momenti rimane interdetta e pensa: lì c’è Dio! E viene presa da un religioso orrore per quel Dio muto, per quel bambino che incute timore. Tutte le madri in qualche momento si sono arrestate così di fronte a quel frammento ribelle della loro carne che è il loro bambino, sentendosi in esilio davanti a quella vita nuova, fatta con la loro vita e che è abitata da pensieri estranei. Ma nessun bambino è stato strappato più crudelmente e più rapidamente a sua madre, poiché è Dio e supera in tutti i modi ciò che essa può immaginare…

Ma penso che ci sono anche altri momenti, fuggevoli e difficili, in cui essa avverte nello stesso tempo che il Cristo è suo figlio, il suo bambino, ed è DIO. Lo guarda e pensa: “Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatto di me, ha i miei occhi, la forma della sua bocca è la forma della mia, mi assomiglia. È Dio e mi assomiglia”. Nessuna donna ha mai potuto avere in questo modo il suo Dio, per sè sola, un Dio bambino che si può prendere fra le braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che ride.

É in uno di questi momenti che dipingerei Maria, se fossi pittore.

 

J.P. Sartre

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