domenica, Dicembre 22, 2024

J.P. Sartre (21 giugno 1905 – 15 aprile 1980)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Il 15 aprile 1980, all’ospedale Broussais di Parigi dove era ricoverato, moriva Jean-Paul Sartre: filosofo, itellettuale, attivista politico e fiero antifascista, compagno di vita di Simone de Beauvoir…

A questo grande pensatore, indagatore della realtà, ricercatore di senso, va oggi il nostro ricordo e la nostra gratitudine…

 

“Per ottenere una verità qualunque sul mio conto, bisogna che la ricavi tramite l’ altro…

L’altro è indispensabile alla mia esistenza, così come alla conoscenza che io ho di me.”

 

J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, 1946

 

——————————————————————————————————————————————————————————————————

Allego un altro bel testo dell’autore che riflette sul Natale e sulla figura di Maria:

 

Ciò che bisognerebbe dipingere sul viso di Maria è uno stupore ansioso che è comparso una volta soltanto su un viso umano.

Perché il Cristo è suo figlio, carne della sua carne e sangue delle sue viscere. L’ha portato in grembo per nove mesi, gli offrirà il seno e il suo latte diventerà il sangue di Dio. Qualche volta, la tentazione è così forte da farle dimenticare che è Dio. Lo stringe tra le sue braccia e dice:”Bambino mio!”.

Ma in altri momenti rimane interdetta e pensa: lì c’è Dio! E viene presa da un religioso orrore per quel Dio muto, per quel bambino che incute timore. Tutte le madri in qualche momento si sono arrestate così di fronte a quel frammento ribelle della loro carne che è il loro bambino, sentendosi in esilio davanti a quella vita nuova, fatta con la loro vita e che è abitata da pensieri estranei. Ma nessun bambino è stato strappato più crudelmente e più rapidamente a sua madre, poiché è Dio e supera in tutti i modi ciò che essa può immaginare…

Ma penso che ci sono anche altri momenti, fuggevoli e difficili, in cui essa avverte nello stesso tempo che il Cristo è suo figlio, il suo bambino, ed è DIO. Lo guarda e pensa: “Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatto di me, ha i miei occhi, la forma della sua bocca è la forma della mia, mi assomiglia. È Dio e mi assomiglia”. Nessuna donna ha mai potuto avere in questo modo il suo Dio, per sè sola, un Dio bambino che si può prendere fra le braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che ride.

É in uno di questi momenti che dipingerei Maria, se fossi pittore.

 

J.P. Sartre

Supporta Don Paolo Zambaldi con una donazione con PayPal.

Ultimi post

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dalla stessa categoria