Carissime/i,
A seguito del nuovo decreto firmato dal Presidente del Consiglio con le ulteriori misure per contenere e contrastare il diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale, la Diocesi di Bolzano-Bressanone (come tutte le diocesi d’Italia) ha sospeso tutte le messe, attività, incontri…
Anche nella mia comunità siamo stati costretti dagli eventi ad annullare molte attività e celebrazioni.
Per non lasciare sole/i tante/i amiche ed amici, che stanno facendo un percorso di fede importante e che vogliono continuare il loro cammino di preparazione alla Pasqua, “lancio” questa mia piccola iniziativa, qui sul mio blog: #La_preghiera_ai_tempi_del_”Corona”
Ogni settimana fino al 12 aprile posterò una proposta di preghiera per la settimana… Una preghiera quaresimale essenziale ma “aggiornata”: ovvero aperta, oltre che alla Parola che mai può mancare, anche ad una spiritualità/preghiera nuova, capace di abbracciare anche altre tradizioni, altri testimoni di verità… Perchè Dio conosce molte lingue!
Inoltre sono testi impreziositi dagli spunti di meditazione scritti da don Nandino Capovilla nel suo libro “Via crucis in Terra Santa. Dalla croce alla pace” (San Paolo, 2010), che consiglio vivamente di leggere…
Invito chi fosse interessato a leggere, meditare, pregare con questi testi, a stamparli e farne un piccolo opuscolo da tenere in casa, in borsa, o sulla scrivania… per pregare da sole/i o in famiglia alla sera… per continuare a camminare anche in questa situazione…
Un abbraccio, don Paolo Zambaldi
1 – GESÙ CON NOI NEGLI ORTI DEGLI ULIVI
INNO
Con amore immenso ci hai amati,
o Signore, nostro Dio;
con una pietà immensa e sovrabbondante hai avuto pietà di noi,
Padre nostro, nostro Re.
In grazia dei padri nostri che hanno avuto fiducia in te,
e che tu solo hai istruito nei precetti della vita,
facci grazia e donaci il tuo insegnamento.
Illumina i nostri occhi con la tua Legge,
avvinci i nostri cuori ai tuoi insegnamenti,
unificali nell’amore e nel culto del tuo Nome,
affinché non abbiamo mai ad arrossire.
Poiché Tu sei il Dio che dispensa la salvezza
e ci hai eletti fra tutti i popoli e tutte le nazioni
e ci hai avvicinati al tuo grande Nome che è verità per sempre
affinché noi ti lodiamo e proclamiamo che tu sei unico nell’amore.
Ascolta Israele: il Signore nostro Dio, è l’unico Signore.
Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima e con tutte le tue forze.
Queste parole che oggi ti ho detto restino impresse nel tuo cuore.
Tu ripeterai queste parole ai tuoi figli;
gliele dirai sia stando seduto nella tua casa che camminando per strada,
sia coricato che in piedi.
Le attaccherai alla tua mano come un segno,
sulla tua fronte come un pendaglio;
le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
Veramente tu sei il Signore, Dio nostro e dei nostri padri,
nostro Re e Re dei nostri padri, nostro Redentore e Redentore dei padri nostri;
nostra Roccia e Roccia della nostra salvezza,
nostro Liberatore e nostro Soccorritore; eterno è il tuo Nome!
Non c’è Dio all’infuori di Te. Da sempre tu fosti l’aiuto dei nostri padri
e dopo di essi scudo e salvezza dei loro figli
di generazione in generazione.
Nelle altezze eterne è la tua dimora,
i tuoi giudizi e la tua giustizia giungono alle estremità della terra.
Beato l’uomo che ascolta i tuoi precetti
e che pone la Legge e la tua Parola nel suo cuore.
Veramente tu sei il Signore del tuo popolo,
Re potente nel sostenere la tua causa.
Veramente Tu sei il primo e l’ultimo:
all’infuori di Te non abbiamo alcun Re e Salvatore.
Liberamente tratto dallo Shemà Israel (liturgia ebraica)
INVOCAZIONE
Che tristezza immensa, Signore, vederci addormentati nella nostra indifferenza al dolore del mondo. Fermaci con te al Getsemani, intimo spazio di sofferenza condivisa con gli amici prima della passione pubblica. E, come in un’epifania di profonda amicizia, capiremo quel dramma che continua a consumarsi nelle ingiustizie…
Tutti: Fa’ che risvegliano il nostro impegno
PAROLA
Mt 26, 36-41
36 Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37 E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38 Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39 E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40 Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? 41 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
ANNUNCIO
Ogni donna e ogni uomo impauriti sono Dio in preda alla paura, e ogni uomo nauseato dalla violenza comunica agli altri la nausea provata da Dio stesso, insieme all’angoscia per una morte chi sente sempre più vicina. La passione inizia dalla paura.
La passione inizia dalla ribellione.
Quella di Dio è quella dell’uomo.
È difficile, e forse impossibile, comprendere la paura e la ribellione dell’uomo.
Ancor più difficile condividerla mettendosi accanto per stare là, con lui. E il silenzio che avvolge come volute d’incenso l’ostensorio del corpo di Cristo nel Getsemani, si confonde con il silenzio delittuoso di chi evita di sporcarsi le mani e tace sui crimini che vede e conosce, consegnando il corpo di un uomo nell’ostensorio di un carcere, di un letto o di un pianto…
Silenzio colpevole anche se non conosciuto, silenzio e sonno delle nostre coscienze di fronte ai drammi del mondo. È l’esatto contrario di ciò che chiede il Maestro, che racchiude nel verbo “vegliare” tutta l’urgenza di una responsabilità che è prendersi cura e donarsi, unendo insieme intelligenza e cuore.
Getsemani: “torchio per le olive”. L’agonia di popoli dimenticati, la cui storia si è fatta tronco secolare di sofferenza, richiede una condivisione che lacera e spreme l’animo.
Resterà nei secoli lo iato tra le lacrime del figlio dell’uomo, diventate ormai sangue, e il nostro sonno ottuso e colpevole che oggi chiamiamo indifferenza.
don Nandino Capovilla
SALMO 120
In certi momenti mi fermo a pensare
e mi chiedo:
“Su chi posso contare veramente?”.
La mia fiducia è in Dio,
Signore della vita e della storia.
Sono sicuro che mi darà coraggio
per superare ogni difficoltà,
perché lui non va in vacanza
ma veglia su di me.
L’ho constatato:
Dio non dorme
e non fa l’assenteista
ma è attento alla vita degli uomini.
È come una sentinella
fedele al suo dovere,
come l’ombra che mi accompagna dovunque.
Il Signore protegge la mia esistenza,
mi tiene lontano dai grandi errori
che rovinano la mia vita e quella di tanti fratelli e sorelle.
In qualunque situazione verrò a trovarmi
lo sentirò al mio fianco
amico fedele.
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Sergio Carrarini, Salmi d’oggi
DALLA PAROLA ALLA VITA…
Nella notte tra il 26 e il 27 marzo del 1996, sette dei nove monaci trappisti che formavano la comunità del monastero di Tibhirine, fondato nel 1938 vicino alla città di Médéa 90 km a sud di Algeri, furono rapiti da un gruppo di terroristi. Il 21 maggio dello stesso anno, dopo inutili trattative, il sedicente «Gruppo Islamico Armato» ha annunciato la loro uccisione. Il 30 maggio furono ritrovate le loro teste, i corpi non furono mai ritrovati.
Frère Christian de Chergé, priore della comunità, 59 anni, monaco dal 1969, in Algeria dal 1971, lascia un testamento spirituale in cui esprime la solitudine e la sofferenza di chi è vicino al martirio. Nello stesso tempo dà voce alla sua consapevolezza che una testimonianza radicale della Parola e dei percorsi di pace tracciati da Gesù, vale il sacrificio della vita…