giovedì, Aprile 18, 2024

Perchè don Hose “non vuole salvare la Chiesa”

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Che un prete ordinato metta in discussione il sistema Chiesa e il suo stesso ruolo, non è una cosa di tutti I giorni. Burkhard Hose lo fa in modo radicale.

Questo libro non può che far discutere. L’autore il  parroco cattolico di Wurzburg mette in questione il ruolo del clero, la limitazione posta alla predicazione e alla celebrazione dell’ eucarestia.” La Chiesa, avrà un futuro solo se “servirà gli uomini e accoglierà le loro pene”, dice nel libro dal titolo provocatorio “Perché dobbiamo smettere di salvare la Chiesa”.

 

Signor Hose lei scrive nel suo nuovo libro “Questa Chiesa è distrutta. E’morta. Io sto sulla sua tomba.” Medita già di andarsene?”

No, al contrario.

Si spieghi.

L’anno scorso mi sono molto impegnato a favore dei diritti civili, contro il populismo di destra, per i migranti. Le strutture della chiesa hanno giocato un ruolo minore. Stranamente però questi fatti mi hanno avvicinato alla chiesa ancora di più. Io lavoro a Wurzburg nel consiglio cittadino, in un comitato, che si interessa di discriminazione e ho concluso che io stesso faccio parte di un sistema nel quale gli uomini   praticano gravi discriminazioni. E questo mi  ha proprio messo in crisi.

E questa frustrazione è riuscito ad esprimerla?

Sì la scrittura ha anche qualcosa di terapeutico. Anche se l’occasione per scrivere il libro è nata nell’autunno 2018 quando emerse chiaramente lo spettro degli abusi nella Chiesa cattolica. In quel momento si è persa ogni credibilità. Lì c’è stata una cesura.

La reazione dei vescovi, la promessa di fare tutto perchè ciò non si ripeta non l’hanno convinta?

Io ho la sensazione che molte decisioni, così come le esortazioni ai collaboratori di presentare la fedina penale servano soprattutto  a proteggere la Chiesa. Il tema del potere clericale che sta alla base degli abusi non è stato ancora posto.

Lei pensa che vogliano salvare la Chiesa. Lei vorrebbe che la chiesa fosse la sciata all’autodistruzione?

La Chiesa ha bisogno di un radicale cambiamento e io credo, che questa caduta, questo fallimento, porterà qualcosa di nuovo. Questo mi da speranza. Combattere per questo mi da gioia. Proprio oggi- sembra  un episodio quasi inventato ad arte- ho parlato con una studentessa che si prepara a diventare assistente pastorale. Lei ha detto che  un paio d’anni fa non avrebbe mai immaginato di lavorare per la chiesa. Ma adesso, dopo la catastrofe, vede nuovi spazi di partecipazione. Si è liberata energia in molti uomini.

In concreto lei critica tra l’altro il ruolo rilevante del prete nella Chiesa. Ma lei è uno di questi no ?

Io mi rendo conto che gli uomini venerano il prete indipendentemente da quello che fa e dice. Questo è abbastanza particolare. Credere che con l’ordinazione ognuno può automaticamente predicare e altri senza ordinazione non possono è un errore. Molte prediche di ordinati sono insignificanti, se non addirittura fastidiose, Sono un’offesa al messaggio di Gesù e all’attualità che esso esprime.

Nella sua comunità, la scuola cattolica, predicano  anche i laici?

Gesù non ha fatto distinzioni tra sacro e profano. Io vorrei ascoltare gli uomini che hanno qualcosa da dire ,che riferiscono di come, ad esempio, hanno  vissuto l’esperienza di salvare dal mare i migranti e cosa abbiano provato aiutandoli.

Cosa dovrebbe cambiare?

Il divieto di predicazione ai laici è assurdo. Eliminarlo sarebbe un passo avanti. Ma anche l’accesso ai ministeri ecclesiastici dovrebbe essere cambiato.

Ci dovrebbero essere più donne in questi ministeri?

Assolutamente. Io però non credo che la sola ordinazione delle donne  migliorerebbe la Chiesa. Ma sarebbe un’apertura per avere più democrazia. Un’idea che potrebbe servire a limitare l’ abuso di potere clericale, potrebbe essere la concessione dell’incarico a tempo. Qualche volta  poi si potrebbero cambiare   delle piccole cose , introdurre dei segni : ad esempio il prete che celebra potrebbe non occupare sempre il posto vicino all’altare ma sedere nella prima fila tra i fedeli. Questa cosa è semplice ma potrebbe sollevare una discussione sul significato del ruolo del pastore.

Lei incoraggia la Chiesa a “perdere il controllo”. Questo suona come anarchia nel cattolicesimo

Il cristianesimo ha cominciato così- I più antichi testi biblici riguardanti Gesù, le parabole, invitavano proprio a perdere il controllo. Ad esempio, nella parabola del seminatore, è  accettata l’uguaglianza tra  erbacce e grano. Lì si dice: osservate, lasciate crescere tutto, non siete voi che dovete giudicare. Io penso una Chiesa che non prescriva così tanto, che lasci porre domande e non sia falsa, che non  ritenga di possedere l’unica verità possibile.

Lei ritiene che la vita cristiana sia frequentemente organizzata in modo da giustificare le strutture ecclesistiche. Spieghi meglio.

Qui pongo il tema forte dell’ eucarestia. Io mi domando : l’eucarestia è per i preti? O sono i preti per l’eucarestia?

Lei celebra l’eucarestia anche con i non cattolici, con i separati, con i risposati, con i non credenti. Questo è una violazione delle regole.

Questo è il messaggio di Gesù credo. Io concepisco l’ eucarestia come un invito per gli  uomini che si confrontano con questo messaggio. Cristo non invita all’Eucarestia vescovi o preti. Io non chiedo a nessuno di coloro che partecipano, sei cattolico, sei separato. Lo stesso papa Francesco ha detto che l’eucarestia non è una ricompensa per i perfetti !

Una collaborazione a tempo nella Chiesa, per un unico progetto, è possibile per lei ?

Si perchè no.

Perché tutto fin’ora lo contraddice. La Chiesa non vive soprattutto grazie alle tasse dei suoi partecipanti?

La situazione finanziaria della Chiesa, l’intreccio con lo stato, la professionalizzazione sono temi che nel libro non ci sono. Su di essi si deve discutere. Ma qui faccio un passo avanti , fondamentale,nella comprensione del significato della chiesa. La chiesa non è il fine del nostro agire, ma un veicolo per raggiungere il regno di Dio

Eucarestia per tutti, sacerdozio femminile, più diritti ai laici, abolizione del celibato obbligatorio… Molte delle sue proposte non sono proprio nuove.

Quando i vescovi dicono che non si deve avere fretta, mi vien da ridere. Fretta non c’è mai stata da decenni. Io credo che durerà  ancora prima che si faccia  qualcosa di giusto. Perciò ci deve essere ancora più solidarietà da parte di tutti quelli che lavorano nella Chiesa. Io mi domando: perché ci sono così tanti preti che hanno paura  di dire chiaramente quello che sperano?

Ha una risposta?

Non lo so e non lo capisco. Ci sono alcuni colleghi con i quali io mi confronto. Ma dobbiamo sviluppare ancora una vera piena e  soprattutto aperta discussione. Perciò io con questo libro, come prete, metto in discussione  apertamente il mio stato. Io mi vedo come una tessera nel mosaico del cambiamento.

Forse i colleghi hanno paura della repressione?

Noi dobbiamo essere più coraggiosi. Accettare le critiche degli oppositori. È chiaro che ci può essere una convocazione dal vescovo. Ma negli ultimi anni questo è successo raramente.

Potrebbe essere perchè la Chiesa cattolica lascia che il critico prete Hose, un tipo esotico, vada a sbattere da solo?

Sembrerebbe veramente deludente. Non credo che sia vero. Ho molti sostenitori dentro e fuori la Chiesa. Non mi sento solo.

E’ pensabile una spaccatura: da una parte una chiesa cattolica tradizionale, con sempre meno credenti e dall’altra una Chiesa aperta la mondo democratica “a la Hose”

No la penso così. Io voglio una Chiesa unita riformata. E non voglio che il messaggio di Gesù che per me è così attuale, vada distrutto insieme alla Chiesa.

Burkhard Hose

Il 52 enne è nato a Hammelburg.Dopo lo studio di teologia è stato ordinate prete nel 1994 a Wurzburg. Dopo diversi incarichi come cappellano e parroco nella regione Hose è stato nominato alla guida della scuola superiore cattolica di Wurzburg. E’consciuto come prete schierato per i migranti e contro la destra. E’ tra l’altro membro del consulta degli immigrati di Wurzburg , in collegamento con Coraggio Civile,  e nel consiglio della città di Wurzburg contro la discriminazione. Per la sua attività Hose è stato insignito nel 2014 del premio per la pace .

 

(teso liberamente tradotto da don Paolo Zambaldi)

originale: https://www.mainpost.de/regional/wuerzburg/Warum-der-Priester-Hose-die-Kirche-nicht-retten-moechte;art735,10324640

Supporta Don Paolo Zambaldi con una donazione con PayPal.

Ultimi post

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dalla stessa categoria