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Senzatetto, necessario creare una rete di accoglienza (www.altoadigeinnovazione.it)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Nel corso della visita odierna alla struttura privata per persone senza fissa dimora, aperta di recente in via Carducci a Bolzano, l’assessora alle politiche sociali, Waltraud Deeg, ha posto l’accento sulla necessità di una buona collaborazione tra i diversi livelli ed i vari partner che operano in questo ambito. “Tutti siamo chiamati ad impegnarci laddove vi sono persone in stato di necessità che hanno bisogno di un rifugio” ha affermato nel corso del sopralluogo l’assessora.

Nel corso della visita alla struttura, che dal 10 dicembre offre accoglienza per la notte a circa 40 persone senza fissa dimora, la responsabile delle politiche sociali è stata accompagnata dalla direttrice dell’Ufficio per la tutela dei minori e l’inclusione sociale, Petra Frei, e da Josef Haspinger e Paul Tschigg della San Vincenzo. “Questa iniziativa privata rappresenta un progetto riuscito ed anche la mano pubblica è chiamata a dare il proprio contributo per assicurare ad ogni persona una vita dignitosa” ha sottolineato l’assessora Deeg.

Circa 500 posti in 16 strutture

In Alto Adige vengono messi a disposizione di persone senza fissa dimora circa 500 posti in 16 strutture a Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico. Alcune di queste strutture sono riservate a donne bisognose di protezione, mentre la maggior parte sono aperte a tutte le persone senza fissa dimora. La creazione e la gestione di queste strutture e di questi servizi per l’accoglienza ed il sostegno di persone senza fissa dimora rientrano nella competenza dei Comuni. La Provincia, da parte sua, sostiene comunque queste iniziative con contributi per la gestione e gli investimenti.

“Inoltre – ha aggiunto Deeg – altre importanti prestazioni di sostegno vengono erogate dai distretti sociali e da altri servizi come, ad esempio, i centri di accoglienza diurna, le mense, i servizi di consulenza o gli street-worker. È fondamentale svolgere un lavoro di rete per entrare in contatto con queste persone ed operare assieme per la loro stabilizzazione”.

In generale è difficile rilevare dei dati precisi in merito alle persone senza fissa dimora, dato che anche in Alto Adige questo fenomeno è caratterizzato da un’elevata mobilità.
È comunque accertato, secondo l’assessora, che, soprattutto a causa della problematica legata ai profughi, il numero delle persone senza fissa dimora è aumentato.

 

Pubblicato il 19 Dicembre 2019 in Territorio

 

www.altoadigeinnovazione.it

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