Due donne… Giovani… Una americana e una tedesca, sfidano una il presidente degli Stati uniti, l’altra l’Europa intera, disumana e indifferente…
Carola Rackete sfonda il blocco navale salviniano rischiando multe e galera per condurre in porto un gruppo di naufraghi.
L’atleta americana Megan Rapinoe, capitana della squadra femminile di calcio, lesbica dichiarata, non canta l’inno nazionale e precisa che se vincesse la sua squadra i mondiali, non andrebbe alla Casa Bianca, per sottolineare la sua opposizione a un presidente omofobo, razzista, violento.
Ambedue hanno scatenato la furia dei due “truci”, come solo un gesto coraggioso e non violento sa fare. I due machi sbeffeggiati da due donne. Due sbruffoni messi alla berlina da due personaggi “che non contano niente”…
Le due capitane ci hanno ricordato i gesti spesso dimenticati, di tutti coloro che, nel tempo, hanno sfidato la legge per affermare la verità, per difendere i diritti, per scardinare disumani pregiudizi. Ad esempio gli obiettori di coscienza che rifiutarono di fare il servizio militare per affermare la loro contrarietà alla guerra; o coloro che subirono carcere e persino la morte per riaffermare il diritto all’uguaglianza razziale; o coloro che si batterono per il diritto al voto delle donne, o per il diritto all’indipendenza della loro nazione.
Chi ha lottato contro il potere ha sempre violato le leggi. Sempre ne ha accettato le conseguenze, spesso gravi a livello personale, ma con la convinzione di lottare per la giustizia.
Le leggi in quanto tali, pur necessarie, non sono infatti sempre giuste. Esse dipendono dall’ orientamento politico dello Stato. E nella stessa democrazia vengono spesso declinate e imposte in modo illiberale…
Si veda ad esempio il tradimento di alcuni principi della nostra Costituzione!
Dunque l’obbedienza ad esse non sempre è una virtù, ma anzi può diventare “la più subdola delle tentazioni” (don Milani).
Obbedivano infatti alla legge nazisti e fascisti. Obbedivano alla legge stalinisti e populisti sudamericani. Obbedivano alla legge gli americani quando praticavano lo schiavismo e la segregazione razziale. Obbedivano alle leggi i bianchi dell’aprtheid sudafricano, i colonialisti occidentali in Africa, in India…
Ma tutte queste obbedienze sono finite in tragedie umane di dimensioni incommensurabili.
E ovunque in queste tragedie ci sono state donne e uomini che hanno disobbedito, che hanno accettato la persecuzione da parte di coloro che si sentono forti, di coloro che fanno della legge un feticcio e la brandiscono per violentare il mondo.
Le due capitane ci hanno ricordato che l’essere umano vien prima della legge , che l’uomo “viene prima del sabato”, che la verità , la giustizia e l’amore hanno bisogno di testimoni.
Le due capitane ci hanno ricordato che le donne possono e sanno andare oltre lo stereotipo che le vorrebbe tenere sottomesse, escluse dalla storia, subalterne al pensiero maschile, ci hanno ricordato che dobbiamo svegliarci tutti prima che sia troppo tardi.
don Paolo Zambaldi