giovedì, Novembre 21, 2024

Della tolleranza (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

1. Oggi si parla poco di tolleranza e molto di intolleranza…

Per molti, la tolleranza è una virtù di valore dubbio e di nessuna utilità.

Molti pensano che se qualcuno tollera qualsiasi cosa, lo faccia per non volersi scomodare!

Il che significa che uno può essere tollerante non per virtù ma per comodità o indifferenza, motivi questi che non onorano nessuno.

Eppure nella vita ci deve essere posto per una tolleranza autentica, che sia fondata sulla fede e su un amore illuminato che “tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor 13,7)

2. Gran parte dei mali della nostra generazione ci vengono dalla politica

Non che il governo di uno solo o di pochi sia intollerante per natura… Ma per durare, specie dopo che è venuta meno la sua credibilità, deve credere e far credere che il proprio governo è il migliore anzi l’unico, per poi avere il diritto di imporlo. Ma c’è da notare che:

– La funzione e il valore di una idea o dottrina politica o di un partito, non va giudicata dai suoi successi ma dalla sua capacità di elevare l’uomo

– Per volerci bene o per non far del male, non è indispensabile avere lo stesso colore, né la stessa religione, né lo stesso credo politico.

Ai piedi della torre di Babele tutti si capivano perchè il linguaggio era umano; il guaio avveniva sulla cima, è lì che esplodeva l’intolleranza.

3. Lo spirito di intolleranza è la più brutta malattia del nostro mondo e l’impedimento più serio verso un’era di libertà!

Oggi, in un mondo di intolleranza, tutti siamo diventati, poco o tanto, intolleranti, e troppo spesso “tolleranti dell’intolleranza”

a) Il debole che si piega, non per virtù ma per incapacità di rivolta, per interesse o per paura prende il colore del più forte, e si fa tollerante.

La propaganda favorisce il suo interiore sgretolamento, ed egli passa dall’altra parte e aiuta e spalleggia gli oppressori, senza alcun guadagno, soltanto per sentirsi in compagnia, il fare “gruppo”…

Infatti, lo star solo, per chi non sa reggersi da solo, è un vivere durissimo!

b) Anche molti uomini che si definiscono amanti dell’ordine, perché alieni da ogni violenza, visto che l’avventura rende, concludono che quella determinata persona che sa imporsi… è “l’uomo della provvidenza”!

c) Ci sono poi i prepotenti d’istinto, assai numerosi in ogni ceto, anche fra i più umili, che sono sempre in attesa che qualcuno li assoldi e li addestri alla furfanteria.

4. Non si nasce tolleranti!!! Si può e si deve divenire tolleranti per il bene nostro e di tutti…

Nello stesso tempo però, nel cuore di ogni uomo è impressa la regola d’oro della tolleranza che il Vangelo ha tradotto con parole semplicissime:

“Non fate agli altri ciò che non volete sia fatto a voi”

come a dire: “Siate tolleranti gli uni con gli altri, sempre!”.

Cristo ci ha dato l’esempio di tolleranza quando, scegliendo di nascere nella povertà, ha inteso rinunciare a tutte le forze di cui l’uomo comunemente si serve per dominare: sopporta ogni prepotenza, anche la più infamante, e si lascia condannare ingiustamente e crocifiggere come un malfattore…

Ma su quella croce ha mostrato la forza divina di quella tolleranza che aveva preannunciato dicendo: “Quando sarò innalzato da terra trarrò tutti a me”.

Così si può dire che “Dio è tolleranza”.

Di conseguenza è soprattutto nella tolleranza che l’uomo assomiglia a Dio… e si può dire anche che il più gradito omaggio dell’uomo a Dio è la tolleranza.

 

don Paolo Zambaldi

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