lunedì, Novembre 18, 2024

Fondamentalisti da strapazzo! (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

È lunedì mattina e, dopo essermi messo alla scrivania, vedo una mail dell’amico Luca… Contenuto in breve: “Questo articolo lo devi leggere… Parla della tua diocesi… Ecco il link! ecc.” Guardo il sito da cui è tratto: http://www.lanuovabq.it.

Inizialmente non volevo neppure leggerlo… “Non vale la pena sprecare tempo con questa robaccia da malati…” ma poi la curiosità è stata più forte… e ho pensato: “Visto che si parla di persone e luoghi che conosco direttamente meglio buttare un occhio!”. Letto il pezzo ho esclamato, tra me e me: “A questi bisogna rispondere!”

Ecco l’articolo in questione, a firma di tal Luisella Scrosati:

Alle donne i funerali, i preti intanto vanno a sciare

Madre di due figlie di Bolzano è la prima donna a celebrare un funerale. Il parroco era impegnato, eppure in diocesi ci sono 400 preti. È un piano pastorale nella diocesi che trova il tempo per organizzare sulla neve gare di discesa per preti e suore. Una Chiesa così è destinata all’estinzione.(link)

 

Intanto per cominciare grazie per l’augurio di estinzione… comunque ci risentiamo tra 10-15 anni e vedremo chi si è estinto!

Tolto il sassolino dalla scarpa iniziamo con un po’di dati, tanto per essere precisi:

La diocesi di Bolzano-Bressanone si estende su un territorio che (dal 1964) copre l’intera Provincia autonoma di Bolzano: un territorio di “appena” 7 398,38 km², segnato da bellissime valli e montagne maestose, con una popolazione di 528.379 abitanti (ASTAT, 31 marzo 2018), distribuiti su 116 comuni e in frazioni anche molto “piccole” numericamente. Un territorio bellissimo ma anche “complicato” per tanti motivi!

La diocesi conta 20 decanati e 281 parrocchie… Nell’attuale situazione 104 con un parroco residente (79 rette da un sacerdote diocesano, 25 da sacerdoti appartenenti agli ordini religiosi), 183 non hanno il parroco “in loco”, ma sono comunque curate e seguite. Inoltre, sul totale delle parrocchie, bisogna ricordare che in 8 comunità (bilingui) ci sono due parroci “in solidum”.

Infatti a complicare il tutto si deve tenere presente che in Alto Adige convivono ben tre gruppi linguistici: tedesco, italiano e ladino (soprattutto in Val Badia e Val Gardena).Diverse lingue, culture, sensibilità religiose.

Oltre ad aver tenuto nascosto questo hanno pensato bene, nel loro interesse polemico, di “dopare” ad arte i dati sul clero diocesano… Infatti leggendo 400 sacerdoti uno pensa: “Però…Tanti!”, anche perché l’immagine evocata dall’articolo è quella di una massa di giovani cappellani freschi di seminario, ma le cose non stanno così:

Dai dati della diocesi per il 2019 infatti risulta che nella nostra terra operano:

247 sacerdoti diocesani, di cui:

94 in pastorale parrocchiale

61 per altri compiti pastorali in parrocchia e in servizio nelle unità pastorali (raggruppamento di più parrocchie).

11 prestano il loro servizio in missione fuori dalla diocesi

4 hanno ruoli o incarichi fuori diocesi

2 cappellani militari

51 in pensione

Quindi in servizio attivo nelle parrocchie: 151

Ci sono poi i religiosi:

174 in tutto, di cui:

66 in pastorale parrocchiale

12 in altri incarichi diocesani (es. pastorale ospedaliera, pastorale giovanile…)

I diaconi permanenti sono in totale 28 (divisi tra le parrocchie dei diversi gruppi linguistici).

Quindi… da 400 siamo passati a 229!

Se poi leggiamo questo dato unendolo al fatto che tra i diocesani più di 130 su 247 sono nati prima del 1941, cominciamo ad avere un quadro più realistico… e ben diverso da quello prospettato dal quotidiano on line!

Certo che se la fonte di certi “conservatori fai-da-te” è Wikipedia (link)… stiamo freschi!

 

Veniamo poi al punto “Ordinati vs. laicato formato”:

Intanto, visto che gli “amici” della Bussola amano “ragionar in punta di diritto” iniziamo con il dire che quando si parla di un funerale celebrato da un laico/a:

1)Si tratta dell’applicazione di una norma prevista dal Rituale fin dal 1969, dove si legge: «Le esequie nella liturgia della Parola possono essere celebrate dal diacono. Se la necessità pastorale lo esige, la Conferenza episcopale può, con il consenso della Sede apostolica, designare anche un laico» (n. 19)

2)Il Benedizionale afferma che, oltre ai ministri ordinati e istituiti, «anche altri laici, uomini e donne, in forza del sacerdozio comune, di cui sono stati insigniti nel battesimo e nella confermazione, possono celebrare alcune benedizioni con il rito e il formulario per essi previsto» (n. 18).

3)È già prevista la prassi di affidare a un ministro laico i riti previsti nella casa del defunto e al cimitero e per la veglia di preghiera. In tante diocesi d’Europa (dove l’assenza di vocazioni si fa sentire più che in Italia) e in terra di missione, già da anni sono i laici, debitamente preparati, che guidano il rito delle esequie. Un esempio sono le diocesi austriache e germaniche, dove la prassi è ormai assodata ed entrano in gioco gli “assistenti pastorali laici” o meglio Pastoralassistent… E quella di Vienna, Innsbruck, Monaco, San Gallo è Chiesa cattolica, con buona pace dei fondamentalisti italici! 

4)Il funerale cattolico/rito delle esequie non è, in sé, un sacramento! Così come non lo sono le varie benedizioni, oppure la consacrazione di suore o dei frati ecc. Infatti, al di fuori della celebrazione eucaristica, può essere tranquillamente celebrato da un battezzato/a.

Quello che si è realizzato a Sesto e a Bolzano non è frutto di un caso… ma è un processo serio, graduale e pastoralmente molto importante per la nostra Chiesa e per la nostra terra!

Un percorso che è stato annunciato già nel 2013…

Un percorso appunto! A cui le comunità e i singoli fedeli devono abituarsi… meglio gradualmente ed accompagnati! (certo non è lo stile di certe scuole di pensiero espresse da siti come lanuovabq.it che preferiscono “imporre, scomunicare e costringere” piuttosto che accompagnare!).

Quindi, come ha già sottolineato il parroco don Josef Gschnitzer (link), non una persona qualsiasi, ma collaboratori formati: lo Studio teologico di Bressanone offre un corso che prevede 16 giorni di formazione distribuiti nell’arco di alcune settimane. Un impegno notevole…

I laici che guideranno le liturgie funebri non frequenteranno il corso di loro iniziativa. Essi dovranno essere segnalati dai parroci e inviati dalle loro comunità parrocchiali. In questo percorso questi laici saranno accompagnati dai loro parroci. Chi si mette a disposizione per questo servizio infatti dovrà avere un’età minima di 25 anni, esperienza in campo liturgico, una vita di fede attiva, la capacità di lavorare in team, una notevole capacità comunicativa, salute psichica e maturità affettiva e nessun impedimento canonico…

Una questione seria come ha più volte sottolineato Reinhard Demetz, direttore dell’ufficio pastorale della  nostra diocesi “si tratta di un ambito pastorale molto importante e molto delicato… un compito che deve essere assunto con grande responsabilità e consapevolezza”.

 

Ho scoperto di essere un prete-manager

L’articolo farneticante, impreciso e tendenzioso continua:

La Diocesi di Bolzano-Bressanone (…), non riesce ad organizzarsi per una celebrazione tanto importante. 

Non riesce, perché non vuole. E’ evidente che qui la questione è ideologica; la Diocesi ragiona ormai in termini aziendali: selezionare il personale, formarlo, prevedere dei tirocini. L’Ordine sacerdotale è stato soppiantato dai principi del management.”

Evidentemente non mi ero accorto che noi preti altoatesini fossimo diventati manager… e il vescovo il nostro CEO.

E allora avrei io alcune domande per la “giornalista”:

1)Lei che evidentemente ha tutte le risposte, ben chiare e strutturate, ha proposte concrete? Sottolineo “concrete”… Quindi mandare in giro per i monti sacerdoti 80-90enni o trasformare il rito delle esequie in una catena di montaggio non lo sono!

2)Sono convinto che nessun prete, di sua spontanea volontà, non dedichi tutto il suo impegno al compito pastorale che gli viene affidato… Sacerdoti che accompagnano, 4, 5, 10 comunità (e anche oltre!) cosa dovrebbero fare? Non pensare al futuro?

3)Lei mette sotto accusa la nostra diocesi, che evidentemente non conosce, anche per la scarsità delle vocazioni… Come se fosse intenzionale o conseguenza di comportamenti errati di una diocesi “protestantizzata”, come se diocesi europee molto più conservatrici non fossero in crisi… Come me lo spiega?  Se lei ha la bacchetta magica venga a trovarci!

Ma soprattutto: Prima di parlare e sparare dati a caso, non sarebbe meglio informarsi?

 

Auguri…

Non voglio concludere con l’amaro in bocca!

Infatti colgo l’occasione per fare i miei migliori auguri all’amica Christine Leiter, al cappellano don Peter, al parroco don Josef e al decano don Andreas…

Forza e coraggio cara Christine… con un cognome così (Leiter = direttore, conduttore, colui o colei che presiede…) farai sicuramente bene!

don Paolo Zambaldi

P.S. La Giornata sulla neve organizzata dalla diocesi, e che ha destato tanto scandalo, è un momento conviviale (tra l’altro scarsamente partecipato… facile da comprendere il perché se si tengono presenti i dati anagrafici da me citati!) che in genere occupa una giornata (partenza in mattinata e ritorno nel tardo pomeriggio/prima serata…) e che non credo distolga nessuno dai suoi compiti pastorali!

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