martedì, Aprile 23, 2024

Stanno calando i barbari… (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

“Oh, fortunato! T’hanno favorito!

Ma non t’accorgi, dissennato Lucio,

che Roma è tutta una giungla di tigri?

E le tigri han bisogno di predare,

ed altra preda Roma non può offrire

che me e i miei. E dunque fortunato,

che sei proscritto e puoi andar lontano

da questi barbari divoratori! (…).”

Tito Andronico parlando con il figlio Lucio

(da W. Shakespeare, Tito Andronico, Atto terzo, Scena I)

Stanno calando i barbari…

Violenti, insensibili, numerosissimi, organizzati…

Nel loro cuore mai un dubbio o l’accenno di una riflessione che li porti oltre il mondo dell’utile e dell’istinto!

Forse alcuni di noi se ne sono accorti già da tempo, ma anche chi ha prestato attenzione fatica a trovare risposte e soluzioni!

Silenziosamente ma costantemente erodono le fondamenta della nostra società occidentale con la sua cultura, il suo spirito, la sua arte, i suoi valori fondanti!

Ormai è un dato di fatto: l’invasione è cominciata!

Anzi forse sarebbe meglio parlare di una sostituzione o mutazione a livello antropologico!

Questi barbari non sono i Longobardi di cui ci ha dato testimonianza Paolo Diacono, non sono i Goti di Tito Andronico, non sono Unni, Geti, Celti o Vandali…  e soprattutto non vengono da fuori!

Non sono i migranti o i richiedenti asilo, non sono gli africani, non sono gli zingari, non sono gli islamici…

I barbari sono già tra noi!  

Sono giovani (o giovanilisti) e rampanti, avanzano giorno per giorno mordendo il freno… Non puzzano, non urlano, non sono orribili alla vista… Sono intere armate di bruti in giacca e cravatta, lavati ed impomatati, guidate da tecnocrati senza anima.

Non hanno asce e spade, ma tablet e smartphone; non destrieri da guerra ma bilanci economici ed eserciti iper-tecnologici; non tende e slitte ma aerei e grattacieli.

Parlano una lingua semplice, quasi “primitiva”, amano esprimersi per slogan. La cultura non li ha mai scalfiti… Ne hanno segretamente paura e la combattono come i pompieri di Ray Bradbury nel celebre romanzo “Fahrenheit 451”.

Ambiscono a divorare tutto e tutti perché sono una razza senza radici, senza passato e senza futuro… per loro tutto è “qui e ora”.

Spiritualità, fede, cultura, ideali… sono solo “rimasugli del passato”, “cose noiose ed inutili”, o peggio “un problema” … Il mercato basta a soddisfare i loro bisogni primitivi. “Semplificare!” è il loro motto.

Vivono di continue contraddizioni e di luoghi comuni. Tutto per loro deve essere “fast”: Fast food, Fast work, Fast love, Fast life…

Adorano un Moloch. Un dio di acciaio e sangue il cui nome è profitto, successo e dominio. Ad esso sottomettono la loro volontà i loro corpi la loro vita… a questo idolo mostruoso, mezzo uomo e mezza macchina, sono pronti a sacrificare il mondo intero: incuranti delle guerre, dei conflitti, delle tragedie, del disastro ambientale, della sofferenza di interi popoli… del rischio estinzione!

Rabbia, odio, competizione e materialismo spiccio sono il loro “carburante”!

E alla fine devasteranno questo nostro mondo, portandoci tutti verso l’autodistruzione, come la regina dei barbari di Shakespeare che alla fine divora i suoi stessi figli.

Vi chiederete: “Ma allora se sono come noi, se vivono in mezzo a noi, se si mimetizzano così bene… Come riconoscerli?”

In realtà è molto semplice!

Se leggendo questo testo; pensando al mondo in cui viviamo; pensando a chi conoscete… avete avvertito un brivido freddo lungo la schiena, e il senso di paura e smarrimento ha cominciato a montare in voi…

Allora vuol dire che siete ancora esseri umani e non bestie!

 

don Paolo Zambaldi

Supporta Don Paolo Zambaldi con una donazione con PayPal.

Ultimi post

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dalla stessa categoria