lunedì, Novembre 18, 2024

Stanno calando i barbari… (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

“Oh, fortunato! T’hanno favorito!

Ma non t’accorgi, dissennato Lucio,

che Roma è tutta una giungla di tigri?

E le tigri han bisogno di predare,

ed altra preda Roma non può offrire

che me e i miei. E dunque fortunato,

che sei proscritto e puoi andar lontano

da questi barbari divoratori! (…).”

Tito Andronico parlando con il figlio Lucio

(da W. Shakespeare, Tito Andronico, Atto terzo, Scena I)

Stanno calando i barbari…

Violenti, insensibili, numerosissimi, organizzati…

Nel loro cuore mai un dubbio o l’accenno di una riflessione che li porti oltre il mondo dell’utile e dell’istinto!

Forse alcuni di noi se ne sono accorti già da tempo, ma anche chi ha prestato attenzione fatica a trovare risposte e soluzioni!

Silenziosamente ma costantemente erodono le fondamenta della nostra società occidentale con la sua cultura, il suo spirito, la sua arte, i suoi valori fondanti!

Ormai è un dato di fatto: l’invasione è cominciata!

Anzi forse sarebbe meglio parlare di una sostituzione o mutazione a livello antropologico!

Questi barbari non sono i Longobardi di cui ci ha dato testimonianza Paolo Diacono, non sono i Goti di Tito Andronico, non sono Unni, Geti, Celti o Vandali…  e soprattutto non vengono da fuori!

Non sono i migranti o i richiedenti asilo, non sono gli africani, non sono gli zingari, non sono gli islamici…

I barbari sono già tra noi!  

Sono giovani (o giovanilisti) e rampanti, avanzano giorno per giorno mordendo il freno… Non puzzano, non urlano, non sono orribili alla vista… Sono intere armate di bruti in giacca e cravatta, lavati ed impomatati, guidate da tecnocrati senza anima.

Non hanno asce e spade, ma tablet e smartphone; non destrieri da guerra ma bilanci economici ed eserciti iper-tecnologici; non tende e slitte ma aerei e grattacieli.

Parlano una lingua semplice, quasi “primitiva”, amano esprimersi per slogan. La cultura non li ha mai scalfiti… Ne hanno segretamente paura e la combattono come i pompieri di Ray Bradbury nel celebre romanzo “Fahrenheit 451”.

Ambiscono a divorare tutto e tutti perché sono una razza senza radici, senza passato e senza futuro… per loro tutto è “qui e ora”.

Spiritualità, fede, cultura, ideali… sono solo “rimasugli del passato”, “cose noiose ed inutili”, o peggio “un problema” … Il mercato basta a soddisfare i loro bisogni primitivi. “Semplificare!” è il loro motto.

Vivono di continue contraddizioni e di luoghi comuni. Tutto per loro deve essere “fast”: Fast food, Fast work, Fast love, Fast life…

Adorano un Moloch. Un dio di acciaio e sangue il cui nome è profitto, successo e dominio. Ad esso sottomettono la loro volontà i loro corpi la loro vita… a questo idolo mostruoso, mezzo uomo e mezza macchina, sono pronti a sacrificare il mondo intero: incuranti delle guerre, dei conflitti, delle tragedie, del disastro ambientale, della sofferenza di interi popoli… del rischio estinzione!

Rabbia, odio, competizione e materialismo spiccio sono il loro “carburante”!

E alla fine devasteranno questo nostro mondo, portandoci tutti verso l’autodistruzione, come la regina dei barbari di Shakespeare che alla fine divora i suoi stessi figli.

Vi chiederete: “Ma allora se sono come noi, se vivono in mezzo a noi, se si mimetizzano così bene… Come riconoscerli?”

In realtà è molto semplice!

Se leggendo questo testo; pensando al mondo in cui viviamo; pensando a chi conoscete… avete avvertito un brivido freddo lungo la schiena, e il senso di paura e smarrimento ha cominciato a montare in voi…

Allora vuol dire che siete ancora esseri umani e non bestie!

 

don Paolo Zambaldi

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