giovedì, Aprile 25, 2024

Quando non mi sento italiano…

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Non mi sento italiano quando un comico usa il dolore di chi è affetto da autismo per far ridere una platea che si comporta come una massa di dementi (dal latino: “de-mente”, essere fuori dalla propria mente…).

Non mi sento italiano quando un ministro che ha giurato sulla Costituzione, compresi i 12 principi fondamentali, dice “prima gli italiani” e qualcuno gli batte le mani. Allora mi chiedo: prima di giurarci sopra si è mai letto almeno l’art. 10?

Non mi sento italiano quando l’incompetenza può dettare le regole salvo non conoscere neppure le regole di un dettato.

Non mi sento italiano quando si chiamano vermi dei criminali di colore e si tace sui razzisti dalla pelle bianca. Intendiamoci: voglio giustizia per Desirée e voglio che chi si arricchisce spacciando merda per i nostri ragazzi finisca i suoi giorni in galera. Ma perché tacere sulle “ronde punitive” brindisine che massacrano con mazze di baseball chi ha la solo colpa di aver la pelle di un altro colore?

A proposito. Non mi sento italiano quando, mentre si battono le mani a Paola Egonu, la schiacciatrice più forte del mondo, a chi ricorda il tema dello ius soli si risponde: “E che c’entra?”.

Non mi sento italiano se nel mondo ci invidiano Riace e Lucano e noi invece Lucano lo deportiamo e Riace la chiudiamo.

Non mi sento italiano se Lucano è inquisito perché accusato di atti illegittimi e il ministro di cui sopra, inquisito per atti inumani e anticostituzionali, apre l’avviso di garanzia in diretta facebook, irridendo i magistrati e bevendo una Fanta… tanto per far pubblicità ad una multinazionale.

Non mi sento italiano se chi stappava gazzose, e non è stato capace di portare a termine i suoi studi, vuol insegnare l’abc dell’economia a chi si è fatto un mazzo così sui libri.

Non mi sento italiano quando sento dire: “Io non sono razzista, ma…”.

Non mi sento italiano quando sento dire: “Io sono cattolico, ma…”.

Non mi sento italiano quando mi dicono “buonista” perché credo nella Costituzione e nei Trattati Internazionali.

Non mi sento italiano un sacco di volte…

Ma sai che c’è di nuovo? Che io italiano lo sono, fin dentro le midolla, e molto più di te che magari ora, mentre mi leggi, mi hai già marchiato e sentenzi il tuo bello slogan per chiudermi la bocca, ma non sai nulla della nostra storia, delle nostre radici, di cosa vuol dire essere il Paese col più grosso bagaglio di umanesimo al mondo. Non sai che Dante, quello del “fatti non foste a vivere come bruti”, si rivolterebbe nella tomba, e Giovanni Pico della Mirandola straccerebbe il suo “De hominis dignitate”, Machiavelli brucerebbe il “Principe” e i “Discorsi”, mentre Manzoni smetterebbe di credere alla Provvidenza – vabbè, mi fermo qui nell’elenco… – se solo potessero vedere cosa stia accadendo nel “Bel Paese” senza che la maggioranza si indigni.

Ah, giusto, la famigerata maggioranza! Intanto, facciamoci due conti. In Italia siamo 60 milioni, lo certifica il Truce. Bene, il 4 marzo la Lega, alla Camera, ha preso 5.691.921 voti, i 5 Stelle hanno preso 10.697.994 voti, sommati fanno 16.389.915 voti: ora, tralasciando il fatto che li hanno presi separati e non insieme, tralasciando il fatto che molti elettori di centrodestra non avrebbero votato il Truce, se avessero saputo del “Contratto”, e che moltissimi grillini per le stesse ragioni avrebbero fatto altrettanto,  tralasciando il fatto che il nordico sperava che il Vesuvio asfaltasse i napoletani e che il napoletano che vendeva Caffè Borghetti aveva sentenziato: “Sono del Sud, mai con la Lega!”; tralasciando tutti questi particolari da “seconda Repubblica”, quand’è che il ministro leghista la finirà di scassarci i timpani dicendo che 60 milioni di italiani sono con lui?

Vado oltre. Ammettiamo pure che, dopo il 4 marzo, tutti gli altri abbiano cambiato idea: ipotizziamo pure che, tranne me e una decina di amici miei, tutti ora stiano con il nostro Truce che si fa chiudere la bocca da una superpotenza come Malta. Embè?

Sapete che c’è? Era in maggioranza pure la Chiesa delle crociate, del rogo a Giordano Bruno e della caccia alle streghe. Ma si sbagliava. Era in maggioranza la ghigliottina di Robespierre. Ma si sbagliava. Erano in maggioranza i colonizzatori, rei della tratta degli schiavi. Ma si sbagliavano. Erano in maggioranza le potenze straniere che occupavano la nostra terra prima del Risorgimento. Ma si sbagliavano. Ed erano in maggioranza le camicie nere: ma sono state smacchiate dalla storia. Come tutti gli altri.

Sarete spazzati via anche voi. Perché avete torto. Perché promettete e non mantenete, proprio come chi stava prima di voi. Solo che voi grillini, ad esempio, vi eravati presentati al grido di “onestà, onestà”, ma avete taciuto quando si è acclarato che la Lega ha rubato. Siete diventati onorevoli e ministri al grido di “no tap” e “via Ilva” e in pochi mesi vi siete rimangiati tutto. Siete persino stati capaci di fare un “decreto Genova” mettendoci dentro il condono per le case abusive di Ischia e l’autorizzazione a spandere fanghi con idrocarburi nei campi agricoli. Come dire: dall’ecologico al petrologico…

No. Voi non siete il nuovo. Siete il vecchio, vecchissimo, ma vestito di arroganza e incompetenza. E la storia vi spazzerà via.

È solo questione di tempo. E di un prezzo: che per l’Italia, non per voi, sarà tanto più alto da pagare quanto maggiore sarà la vostra ostinazione.

È vero. A volte io non mi sento italiano, e di recente mi succede sempre più spesso. Ma sai che c’è? Io lo sono e ci resterò, con orgoglio. Voi forse no.

(Paolo Farina, in BoccheScucite, 28 ott 2018)

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