martedì, Dicembre 24, 2024

Trump fa il piazzista dell’industria militare Usa e grida vittoria

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Vertice Nato. Per il presidente Usa “le spese militari aumentano come un razzo”, gli alleati si sono piegati ad aumentare di 33 miliardi la spesa militare e a investire il 2% del pil. “Negli usa produciamo le migliori armi al mondo, tutti vogliono comprarle”. E accusa di nuovo: “gli Usa pagano decine di miliardi di dollari di troppo per sussidiare l’Europa e perdono molto nel commercio”

Una riunione d’emergenza dei 29 paesi Nato, per discutere dell’aumento dei contributi per raggiungere il 2% dei rispettivi pil in spese militari: i partner degli Usa hanno accettato di aumentare i contributi (più 33 miliardi di dollari, secondo Trump) e di accelerarne il ritmo, in particolare quelli che sono lontani dall’obiettivo (uno dei Baltici sarebbe disposto a puntare al 4%). E’ la conclusione del 69esimo vertice dell’Alleanza atlantica a Bruxelles, attraversato da forti tensioni dovute alle dichiarazioni di Donald Trump. 

Il presidente Usa ha vinto? Lui non ha dubbi: ho detto cosa volevo, ho alzato il tono, loro hanno capito e adesso “sono contento” (del resto “sono un genio”). Trump ha sbattuto i pugni sul tavolo: “gli Usa pagano per la protezione dell’Europa poi perdono miliardi nel commercio. Devono pagare il 2% immediatamente, non nel 2025”

La tattica del businessman secondo lui ha funzionato e “la spesa militare è aumentata come un razzo”: dopo aver evocato l’obiettivo del 4% di spesa, avrebbe ottenuto il 2% “subito”, facendo pressione sugli alleati con la minaccia di lasciare la Nato (“posso uscire dalla Nato senza l’approvazione del Congresso, ma questa non è la soluzione”). In realtà, si tratta solo di una promessa e gli alleati sanno bene che Trump imbroglia sulle cifre, parla di una spesa Usa pari al 4,2% del pil Usa, ma in realtà si ferma al 3,5% e solo una parte è destinata alla protezione dell’Europa. 

Emmanuel Macron ha ricordato che “la sicurezza collettiva non è riducibile a sole cifre” (ha margini di manovra perché la Francia spende l’1,8% del pil nel militare, non lontana dall’obiettivo, ma ritiene che aumentare la spesa al 4% del pil “non è necessariamente una buona idea”). Pur allineandosi a Trump nel descrivere “una Nato più forte” dopo il summit (almeno non è esplosa, analizza l’Eliseo) ha anch’egli adottato il linguaggio del business: “mai Trump ha detto di voler uscire dalla Nato”, del resto “gli Usa sono l’unico paese ad aver attivato l’articolo 5, la Nato non deve essere un cattivo affare per gli Usa, Trump ne ha certamente coscienza” (la vigilia, Angela Merkel aveva ricordato che in Afghanistan gli europei difendono “anche gli interessi Usa”).

Angela Merkel e Theresa May hanno rinunciato alla conferenza stampa finale. Merkel ha pero’ messo i puntini sulle i: “ho spiegato che in Germania sappiamo che dobbiamo fare di più ed è cio’ che facciamo da un po’. Ma ho anche detto chiaramente che  siamo il secondo più grande fornitore di truppe Nato”

Theresa May, tornata a Londra, riceve Trump nell’intervallo tra il vertice Nato e l’incontro del presidente Usa con Vladimir Putin, lunedi’ a Helsinki (Trump andrà anche a riposarsi nel suo Golf scozzese). Per Trump, il vertice con Putin sembra essere passato in secondo piano, “senza importanza” ha detto e potrebbe durare poco (“non contento dell’annessione della Crimea”).

L’aumento della spesa militare è un business: Trump ha proposto degli “aiuti” ai paesi in difficoltà per finanziare l’aumento dell’acquisto di armamenti, “gli Usa producono le migliori armi al mondo – ha insistito – tutti le vogliono comprare perché sono ottime” (la Turchia ha ricevuto un rimprovero, perché ha comprato il sistema di difesa aerea S-400 dalla Russia). 

Trump ha più volte insistito sul legame tra aumento dei contributi per la Nato e guerra commerciale con la Ue (“se la Ue non offre migliori condizioni commerciali per le auto, gli Usa faranno qualcosa sulle automobili europee importate a tariffe molto basse”). Trump canta vittoria, anche rispetto al passato: “i presidenti (Usa) hanno cercato per anni senza successo di spiegare alla Germania e ad altri ricchi paesi Nato di pagare di più per la protezione dalla Russia. Pagano solo una frazione dei costi. Gli Usa pagano decine di miliardi di dollari di troppo per sussidiare l’Europa e perdono molto sul commercio” e “per di più la Germania ha appena iniziato a pagare alla Russia, il paese da cui vuole protezione, miliardi di dollari per i suoi bisogni energetici che dipendono da un nuovo gasdotto dalla Russia. E’ inaccettabile”.

L’offensiva di Trump ha anche modificato l’ordine del giorno del summit. Ieri mattina i leader della Georgia e dell’Ucraina – di cui era in discussione la futura adesione all’Alleanza – sono stati pregati di uscire dalla stanza, perché la disputa sui finanziamenti è “un problema Nato”. A una domanda sulla Georgia, Trump ha risposto che “ad un certo punto, nel futuro avranno la possibilità” di entrare.

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