Il cardinale ha bollato la legge come “ignobile, antidemocratica e anti-pluralista”. Un appello alle Nazioni Unite perché garantiscano i diritti ai palestinesi secondo le decisioni internazionali.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – La legge votata dalla Knesset, che definisce Israele come “lo Stato-nazione del popolo ebreo” è “inammissibile perché esclude le due religioni cristiana (cattolica, ortodossa e protestante) e musulmana”. È quanto ha detto il patriarca maronita card. Beshara Rai ieri, durante una messa dedicata all’eremita s. Charbel, celebrata da lui a Faraya (Kesruan).
La legge, votata lo scorso 19 luglio e passata con 62 voti favorevoli e 55 contrari, ha subito trovato l’opposizione dei parlamentari palestinesi della Knesset. Il commento del patriarca è il primo commento ufficiale di una personalità cattolica.
Il cardinale Rai ha denunciato la legge come “ignobile, antidemocratica e anti-pluralista”, legata alla precedente decisione del parlamento israeliano di proclamare Gerusalemme capitale d’Israele. Il patriarca ha fatto notare che “su questa terra [Israele e territori occupati] abbiamo episcopati, parrocchie, istituzioni e un popolo. Il popolo ebraico – e gli Stati che lo sostengono – non hanno il diritto di spingere sempre più lontano le loro aggressioni e i loro atti di esclusione”.
Il porporato ha detto di voler indirizzare “un appello alle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza perché essi prendano una decisione che annulli la legge della Knesset sulla base delle precedenti decisioni internazionali relative” ai diritti dei palestinesi.
La legge è stata accolta nel silenzio di molti Pesi arabi. Finora solo i palestinesi e i parlamentari arabi in Israele l’hanno criticata come “razzista” e “apartheid” legalizzato. Diversi gruppi di attivisti israeliani si sono schierati contro la legge perché mina i diritti delle minoranze.