giovedì, Aprile 25, 2024

Matrimoni forzati in Inghilterra, otto su dieci sono donne

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
 
Nel corso del 2017 i Paesi in cui si sono registrati il maggior numero di segnalazioni sono stati Pakistan, Bangladesh, Somalia e India.

Costretta a lasciare l’Inghilterra con l’inganno per tornare in Pakistan, Paese d’origine dei genitori, dove è stata costretta a sposare un uomo di 16 anni più grande di lei. La cerimonia, al centro di un complicato processo che si sta svolgendo in questi giorni a Birmingham, in Inghilterra, si è svolta nel 2012, quando la ragazza aveva appena 13 anni. “Alla ragazza è stato chiesto di firmare un documento che lei pensa essere un accordo di matrimonio, ha spiegato alla Corte l’avvocato dell’accusa Deborah Gould. Quella notte lei avrebbe voluto dormire dalla cugina, ma questa le ha detto che non poteva. Avrebbe dovuto dormire dal marito”.

Nel Regno Unito, casi come questi sono tutt’altro che rari. Nel 2017 la “Forced marriage unit” del ministero dell’Interno (Home Office) inglese ha ricevuto circa 1.200 segnalazioni di possibili casi di matrimoni forzati. Quasi otto casi su dieci (il 78%) riguardano donne e ragazze, per un totale di 930 casi segnalati su 1.196. In 355 casi, le vittime hanno meno di 18 anni (di cui 186 under 15). “Questi dati rappresentano solo i casi che sono stati segnalati alla Forced marriage unit, si legge nel report pubblicato nei giorni scorsi. I matrimoni forzati solo raramente vengono denunciati e i dati a nostra disposizione possono non rispecchiare le esatte dimensioni del fenomeno”.

Più di 90 Paesi coinvolti dal 2005 a oggi
In media la Fmu riceve circa 300 segnalazioni al mese, complessivamente tra le 1.200 e le 1.400 segnalazioni l’anno. Per quanto riguarda le nazionalità, il report sottolinea che “i matrimoni forzati non sono un problema legato in maniera specifica a un Paese o a una cultura”. Dal 2005, anno della sua creazione, la Fmu ha gestito casi relativi a più di 90 Paesi: dall’Asia al Medio Oriente, dall’Africa all’Europa passando per il Nord America.

Nel corso del 2017 i Paesi in cui si sono registrati il maggior numero di segnalazioni sono stati Pakistan, Bangladesh, Somalia e India. Più di 400 casi di matrimoni forzati hanno riguardato cittadini di origine pakistana o si sono svolti in Pakistan: nel 78% dei casi, sono donne e ragazze. Simili proporzioni si ritrovano anche nella comunità bengalese: 129 i casi segnalati, al 71% donne e ragazze.
 
La Forced marriage unit ha inoltre rilevato 91 casi di matrimoni forzati che hanno coinvolto cittadini somali, il doppio rispetto al 2016.Inoltre quasi il 75% delle vittime si trovava già lontano dal Regno Unito quando ha chiesto aiuto. Inoltre, in 120 casi il matrimonio forzato potenziale o effettivo ha avuto luogo interamente all’interno del Regno Unito.

“La preoccupazione e la paura che i bambini si trovano ad affrontare in questa situazione possono anche indurli ad atti auto-lesionsti, a fuggire da casa mettendoli a rischio di ulteriori abusi, o anche a prendere in considerazione la possibilità di prendere la propria vita”, ha commentato una portavoce della National society for the prevention of cruelty to children (NSPCC) in un’intervista pubblicata dal Guardian.

Tra il 2016 e i 2017 l’associazione ha svolto 205 sessioni di consulenza con ragazze a rischio, in aumento del 12% rispetto al biennio precedente. Nello stesso periodo, ci sono stati oltre 6mila accessi alla pagina dedicata ai matrimoni forzati dell’associazione.
(Terres des Homme, 17 maggio, 2018)

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