Dall’insegnante di religione in commissione d’esame alle visite nelle scuole dei vescovi, nuove e cattive abitudini di una laicità in salsa nostrana
Passo dopo passo, la già debole fiammella della laicità nella scuola pubblica rischia di spegnersi del tutto, nonostante l’apprezzabile impegno di alcuni insegnanti per cercare di riattivarla. Nei giorni scorsi il Coordinamento nazionale “Scuola e Costituzione” , di cui fa parte anche la Federazione delle chiese evangeliche, ha manifestato la propria opposizione verso un decreto che, contrariamente alla normativa in vigore, consentirebbe anche agli insegnanti di religione cattolica di far parte delle Commissioni per l’esame di terza media.
Attualmente questi docenti di Irc si limitano a compilare una scheda di valutazione per gli alunni che si avvalgono di tale insegnamento e non è prevista la loro presenza in sede di giudizio. Essa infatti costituirebbe una discriminazione nei confronti degli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento cattolico, uscendo da scuola o facendo altre attività.
Dalla scuola media di Cafasse, in provincia di Torino, arriva invece un grido di allarme perché un gruppo di docenti si è opposto ad un incontro con l’arcivescovo Nosiglia nelle varie classi della media Brofferio, chiedendo che l’incontro si svolgesse nel pomeriggio, in orario non scolastico. Ma Nosiglia non ha accettato e così non si è fatto niente. Gli incontri erano stati proposti dal direttore dell’Ufficio Scuola Diocesi di Torino e sono avvenuti in molte altre scuole; a Cafasse, invece, secondo il parroco, è stato compiuto un atto violento di cui occorre chiedere scusa all’arcivescovo. Il docente di Irc ritiene che con questo rifiuto «si sia scritta una delle pagine più buie e tristi della scuola e della comunità di Cafasse». E propone che in futuro sia messa in votazione, in un collegio dei docenti apposito, la decisione se accettare o no l’incontro con l’arcivescovo nella scuola.
Laicità messa ai voti? Decide la maggioranza? E allora perché non fare anche una consultazione on-line con i genitori? Vincerebbero certamente i sì ( un po’ di religione non fa male a nessuno…)
Non sappiamo se nel patto che dovrebbe guidare l’azione del prossimo governo ci sia qualche affermazione sulla scuola pubblica e più in generale sulla laicità. Vigilare su queste cose, tra l’altro, non comporta alcuna spesa, ma solo una cultura civile, una visione ampia e non discriminante, che in verità anche i governi precedenti non hanno saputo esprimere …
(Marco Rostan, Riforma, 28 maggio 2018)