venerdì, Marzo 29, 2024

Incontro omofobo ad Angri. È polverone sul vicesindaco

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
Proprio mentre gli omosessuali credenti in Italia e all’estero celebrano le veglie in ricordo delle vittime dell’omofobia e contro ogni forma di discriminazione (anche nella Chiesa), c’è dall’altra parte chi, invece, promuove manifestazioni e incontri di taglio decisamente opposto. È il caso di Angri, comune della provincia di Salerno, dove il 29 maggio sera è in programma la presentazione del libro Perché non mi definisco gay, Come ho recuperato la mia identità sessuale e trovato la pace, di Daniel Mattson, musicista in Michigan, omosessuale “convertito” e “curato” grazie alla ricetta di preghiera e castità proposta dell’Apostolato Courage (realtà riconosciuta dal Vaticano) negli Stati Uniti. «Daniel Mattson racconta il suo viaggio di andata e ritorno dall’identità gay, di come ha trovato la pace nella sua vera identità di uomo creato a immagine e somiglianza di Dio», recita la locandina che invita all’incontro-testimonianza promossa dai locali Punto Famiglia e Fraternità di Emmaus, in collaborazione con Courage Italia, associazioni vicine al vicesindaco di Angri Giuseppe D’Ambrosio, investito dalle polemiche per aver sponsorizzato l’iniziativa che alcuni media locali hanno definito quantomeno “medievale” (solidarietà al vicesindaco è giunta invece da Forza Nuova).

Allo stesso modo ha destato scalpore l’adesione di mons. Giuseppe Giudice (vescovo di Nocera Inferiore-Sarno) che interverrà insieme a don Silvio Longobardi (esperto di pastorale familiare) e al direttore di Punto Famiglia, Giovanna Abbagnara.

Checché ne dica il card. Gerhard Ludwig Müllerconvinto che l’omofobia non esista e sia anzi «uno strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri» creato perché «al movimento omosessuale mancano gli argomenti scientifici» – sono stati in molti, non solo a livello locale, a condannare il carattere fortemente discriminatorio dell’iniziativa di Angri. «Il vicesindaco promuove una manifestazione di evidente stampo omofobico, scorretta e lesiva della dignità delle persone, prima ancora che dei diritti e delle uguaglianze delle persone gay, lesbiche e trans», ha condannato il presidente dell’Arcigay Salerno Francesco Napoli. L’incontro, prosegue, «intende veicolare messaggi e contenuti che da decenni oramai la comunità internazionale e l’Ordine degli Psicologi ha bollato come scorretti, ingannevoli e lesivi delle più elementari regole di rispetto per l’altro». Secondo Arcigay Salerno, il libro che sarà presentato «richiama con evidenza le teorie riparative che le frange più estreme del cattolicesimo continuano a divulgare insieme all’idea dell’omosessualità come peccato, dei comportamenti omosessuali come un fatto da sublimare nella castità». Secondo il presidente queste teorie rappresentano un «lavaggio del cervello», una forma di «violenza», «il modo attraverso cui si fomenta la discriminazione e si distruggono famiglie usando spregevolmente presunti precetti e dettami religiosi. Un qualcosa di orribile che genera dolore immenso e che va fermato».

«Sono addolorata come cittadina e come madre, non solo come madre Agedo», ha dichiarato Carmela Smaldone, presidente di Agedo Napoli (associazione dei genitori con figli omnosessuali) e cittadina di Angri. «Far crescere i nostri figli, tutti i figli, in un territorio ostile, non tutelante, in cui si associa l’omosessualità alla malattia e al dolore significa commettere un gravissimo errore. Questa è la settimana di lotta contro l’omofobia e di omofobia si muore. Insegniamo ai ragazzi il rispetto verso loro stessi, la bellezza delle differenze e il diritto all’amore. Una figura istituzionale, un vicesindaco, dovrebbe promuovere il rispetto reciproco, essere in dialogo. Aspettiamo una risposta».
(Giampaolo Petrucci, Adista, 22/05/2018)

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