venerdì, Novembre 22, 2024

Documento conclusivo del 38° incontro delle CdB italiane: Disobbedienti per praticare la giustizia

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Noi, donne e uomini delle Comunità cristiane di Base italiane, riunite a Vico Equense (Na) per il nostro 38° incontro nazionale su “Vangelo e Costituzione. Credenti disobbedienti nelle Chiese e nella società”, ci siamo lasciati/e interpellare con gioia e riconoscenza dalle riflessioni di Maria Soave Buscemi, Tonino Perna, Paola Cavallari, Antonietta Potente e Marco Deriu.

Il filo rosso dell’incontro – la disobbedienza – è stato svolto con chiarezza: obbedire significa “ascoltare (audire in latino) intensamente (ob-), prestare ascolto a chi ci sta davanti”; ma chi vuole praticare la giustizia, come noi che ci ispiriamo al messaggio evangelico di Gesù, deve ascoltare intensamente la realtà, non il potere: solo così può arrivare ad essere profondamente disobbediente.

Le letture, che la comunità del Cassano ci ha offerto nell’assemblea eucaristica conclusiva, ci hanno proposto modelli convincenti, e coerenti fino alla morte, di questa obbediente disobbedienza: Gesù e i tanti e le tante martiri (testimoni) che hanno vivificato la storia dell’umanità.

Anche la nostra Costituzione impegna ogni persona che vive in Italia, comprese quelle che governano e amministrano le comunità civili e religiose, a praticare i valori fondamentali della giustizia, della solidarietà, della convivialità tra tutte le differenze…

Ci impegniamo, quindi, individualmente e comunitariamente, a intensificare l’ascolto attento e quotidiano della realtà in cui vivono e lottano tutte le persone emarginate, oppresse, violentate, costrette ad emigrare per sopravvivere a guerre, impoverimento e desolazioni inenarrabili.

Denunciamo con forza che queste violenze sono frutto dell’ingiustizia dominante nelle relazioni internazionali e della voracità insaziabile di chi impedisce, con la prepotenza, che le risorse della comune Madre Terra siano fruibili da tutti e tutte, in pace ed equità, e di chi distrugge in maniera irreversibile queste risorse togliendo la speranza di una vita sostenibile alle generazioni future.

In modo particolare vogliamo denunciare ogni forma di violenza e aggressione contro i diritti e l’autonomia dei popoli indigeni, dei loro territori e dei loro modi di vita; condizioni denunciate da tempo dagli indigeni e dalle organizzazioni che li sostengono e portate di nuovo all’attenzione nel recente sinodo panamazzonico, che si è svolto a Roma per iniziativa di papa Francesco, al quale va la nostra solidarietà per le contestazioni di settori retrogradi della gerarchia.

Rinnoviamo l’impegno, personale e comunitario, ad abbandonare consapevolmente ogni forma di colonialismo, che nasce dalla nostra cultura patriarcale, capitalista, consumista e predatoria, e a praticare sempre di più sobrietà, condivisione e stili di vita coerenti con le esigenze di un’ecologia integrale.

Ci impegniamo a sostenere e ad affiancare, con i nostri corpi e le nostre parole, tutti e tutte coloro che spendono la propria vita per difendere e accogliere migranti e rifugiati, per proteggere i beni comuni e la vita di Madre Terra e di tutte le creature che la abitano, e che per questo vengono perseguitati/e dai detentori del potere.

In particolare, chiediamo all’attuale Governo di rivedere in profondità i due decreti sicurezza del Governo precedente, mettendone in radicale discussione la logica che li ispira, fino al punto di considerare reato il salvataggio a mare di migranti naufraghi. A situazione invariata, dichiariamo disobbedienza e sostegno alla disobbedienza di questa legislazione, contraria allo spirito e alla lettera della Costituzione, al comandamento dell’amore del Vangelo, ai diritti umani universali.
Con questo spirito riconosciamo e vogliamo sempre più condividere l’impegno instancabile delle donne che animano e guidano i cammini delle loro comunità, impegnandoci a perseguire fino in fondo l’obiettivo di far cessare le violenze maschili sulle donne, sui bambini e sulle bambine, obiettivo fatto proprio anche dalle Chiese cristiane con l’Appello sottoscritto nel 2015: da loro pretendiamo quotidiana coerenza.

In conclusione esprimiamo il nostro fermo proposito di unirci a tutte le donne e gli uomini di qualsiasi e di nessuna fede, che vivono nel nostro paese, disponibili ad impegnarsi in una vasta ed operante alleanza di base per la trasformazione della società e la costruzione di un’economia che non generi povertà e diseguaglianze e ripari l’ambiente.

Comunità cristiane di Base italiane

Vico Equense (Na), 1-3 novembre 2019

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