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Europee, il vero voto utile è non votare Pd. Ed è l’ultima chiamata prima del buio assoluto

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

La litania del “voto utile” viene ancora una volta intonata dal Partito democratico; ovunque ci giriamo c’è qualcuno, ben ammaestrato, che ci spiega la necessità di votare il Pd per contrastare la deriva sovranista. Il segretario del Pd, qualche giorno fa, ha spiegato in televisione la sua strategia: prendere più del 20% (fagocitando necessariamente il voto delle tre liste fuori dal Pd) con l’obiettivo di far cadere il governo e andare immediatamente a nuove elezioni, sconfiggendo finalmente Matteo Salvini e i Cinquestelle.

Andiamo da tempo dicendo che politicamente il Pd, negli ultimi anni, sta sbagliando continuamente, ma la politica, si sa, è un’opinione, e noi, benché fortemente convinti, accettiamo di non essere necessariamente portatori di verità assoluta, che – come ci insegna Einaudi – non esiste. Ci sovviene in ausilio la matematica, che a detta di tutti non può essere una opinione: come pensa Nicola Zingaretti, con il suo misero 20%, forse a malapena di poco superiore al risultato che i sondaggi assegnerebbero ai 5stelle, di poter vincere le successive e, a suo auspicio, imminenti elezioni politiche? Il delirio di onnipotenza di Matteo Renzi ha portato al governo Lega-Cinquestelle, quello di Zingaretti porterebbe a un monocolore salviniano: l’anticamera del buio assoluto.

Solo questo dovrebbe bastare ad affermare che, tutt’altro che utile, il voto al Pd alle prossime Europee sarebbe indirettamente un voto dato alla Lega. Ma se questo non bastasse abbiamo voluto calcolare, con la simulazione qui sotto, cosa accadrebbe se il Pd cedesse una parte dei suoi voti alle tre liste (Più Europa, La Sinistra e Europa Verde): ebbene, il Pd perderebbe 4 o 5 preziosissimi eurodeputati (che non andrebbero a sedersi nel gruppo Socialista, ovvero quello meno in grado di incidere verso una svolta necessaria nelle politiche europee), mentre le tre liste (superato lo sbarramento) conquisterebbero ben 9 europarlamentari, levandone due alla Lega, due ai Cinquestelle e uno a Forza Italia. Quindi avremmo tre deputati per ciascuno dei gruppi parlamentari che saranno indiscutibilmente i protagonisti del cambiamento (Verdi, Alde e Gue) levandone cinque ai gruppi sovranisti, antieuropeisti e di destra.

Vogliamo lanciare un appello, anzi una supplica, a tutti gli elettori di sinistra, ecologisti, radicali, che sappiamo essere, ciascuno, ben oltre il 4% dell’elettorato, e che sono responsabilmente preoccupati: della deriva oscurantista di Salvini e della difficoltà del Movimento 5 stelle a resistere allo strapotere salviniano. Sono elezioni proporzionali, il Pd è assolutamente impossibilitato a riconquistare il ruolo di primo partito, ma anzi rischia di propinarci come grande vittoria il fatto che sia arrivato terzo. Quello che serve è dare un segnale forte, europeista, razionale e soprattutto di contenuti chiari, che il Pd continua a non avere. Votate con coscienza, ma votate una delle tre liste, poco al di sotto del 4%: Più Europa, se avete a cuore i diritti civili e il rigore in economia; La Sinistra se avete a cuore le questioni sociali, l’equità salariale, i diritti degli ultimi; Europa Verde, se ritenete non solo che il pianeta abbia bisogno di un’assunzione di responsabilità, ma anche che abbia senso una politica europea fatta di scelte chiare e di partiti trasparenti e omogenei.

Il voto utile è non votare il Pd: finalmente ci troviamo di fronte a un’elezione in cui non solo i valori degli elettori trovano una collocazione chiara e coerente, ma votando una di queste tre liste, quella che preferite, darete un segnale chiaro, un orientamento concreto, affinché la palude immobile del Partito democratico possa avere uno scossone e un’indicazione forte su quali sono i temi centrali per l’elettorato di centrosinistra.

Se nessuna di queste tre liste supererà il 4%, perché i loro elettori le hanno tradite rincorrendo una falsa emergenza, regalerete cinque seggi ai sovranisti: l’ennesimo alibi del Partito democratico. Non è un’opinione, è solo un calcolo, rifatelo se non ci credete. Ma siate certi che questa è l’ultima chiamata alla ragionevolezza e alla politica: dopo la barbarie sarà inarrestabile.

 

Nota: le tabelle sono pubblicate nel numero. Sullo stesso argomento vedi Enzo Marzo, “Pensierini elettorali”.

Riccardo Mastrolillo, Critica liberale, da Il Fatto Quotidiano, 22 Maggio 2019

 

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