mercoledì, Dicembre 18, 2024

73 anni fa la Nakba

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
 
Esattamente 73 anni fa, il 14 maggio 1948, la nascita dello Stato d’Israele sanciva la Nakbah (“catastrofe” in arabo) del popolo palestinese: più di 500 mila profughi palestinesi, con il 45% dei villaggi palestinesi distrutti e cancellati.
 
Israele vorrebbe Gerusalemme capitale mentre:

– la risoluzione ONU 181 del 1947 disciplina lo status quo di Gerusalemme come capitale condivisa di Palestina e Israele;
– la risoluzione ONU 194 del 1948 disciplina il diritto al ritorno in Palestina dei profughi palestinesi vittime della Nakbah, nonché il risarcimento delle loro case perdute e/o distrutte;
– l’articolo 49 della IV Convenzione di Ginevra del 1949 sancisce il divieto di costruzione di insediamenti coloniali in territori occupati militarmente;
– il parere giuridico della Corte Internazionale di Giustizia del 9 luglio 2004 sancisce l’abbattimento del muro costruito da Israele nei Territori Occupati Palestinesi, in quanto ostacolo al diritto all’autodeterminzione del popolo palestinese, nonché la preoccupazione per l’annessione di più territorio palestinese all’interno dello Stato d’Israele;
– la risoluzione del Parlamento Europeo del 27 agosto 2008 chiede l’immediata liberazione dei prigionieri politici e dei bambini palestinesi (per loro anche la Convenzione sui diritti del fanciullo di New York del 2000) rinchiusi in detenzione amministrativa nelle carceri israeliane.
Oggi, Israele festeggia anche la violazione di queste norme del diritto internazionale; intanto i Palestinesi rimangono i soliti “terroristi” che lottano con la loro voce e con un sasso in mano, mentre si vedono calpestare i loro diritti da più di 70 anni.
“I palestinesi non hanno ambizioni su Gerusalemme, perché essi sono parte di Gerusalemme così come Gerusalemme è palestinese.
Ed è in questo senso che i diritti non si chiedono: i diritti si DEVONO avere.”
Noi ricordiamo. Noi resistiamo.
يا القدس، يا القدس… يا القدس يا مدينة السلام، أصلّي.
Gerusalemme, Gerusalemme… O Gerusalemme, città della Pace, prego (yā al-Qudsu, yā al-Qudsu… yā al-Qudsu yā madīnah as-Salām, ‘uṣallī).

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