sabato, Novembre 23, 2024

Terra, casa, lavoro. Un progetto politico con al centro gli esclusi

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
I futuri storici della Chiesa e del papato, ma forse anche quelli della società, non potranno ignorare le date del 27-29 ottobre 2014, 7-9 luglio 2015 e 2-5 novembre 2016, quando, convocati da papa Francesco, si sono svolti i tre Incontri mondiali dei movimenti popolari (Emmp, Encuentro mundial de movimientos populares).
Rappresentanti di centinaia di organizzazioni, sindacati e movimenti di base di tutto il mondo, la maggior parte dei quali dell’area della sinistra – dai Sem terra del Brasile agli operai delle «fabbriche recuperate», da Via Campesina ai metallurgici della United Steelworkers, fino al Centro sociale Leoncavallo – hanno varcato le mura leonine e si sono ritrovati in Vaticano (primo e terzo incontro) e a Santa Cruz de la Sierra (durante il viaggio del papa in Bolivia nel luglio 2015) per discutere, confrontarsi ed elaborare linee comuni di azione a partire da tre parole chiave lanciate e declinate da Francesco, le «3T» di Tierra, Techo, Trabajo (Terra, Casa, Lavoro).

«Folclore», appuntamenti eversivi promossi dal «papa comunista», i commenti della stampa di destra. Generale silenzio da parte dei media filo-Francescani, attenti a non spingersi al di là del recinto dell’ordine sociale costituito.
La verità sta nel mezzo: gli incontri sono stati capitoli importanti del pontificato di Bergoglio che con essi – e con l’esortazione apostolica «programmatica» Evangelii gaudium e l’enciclica socio-ambientale Laudato si’ – ha aggiornato la Dottrina sociale della Chiesa, valorizzando il protagonismo dei movimenti popolari. 
Ma non è nata una sorta di «internazionale vatican-socialista», come i detrattori, da destra, vorrebbero avvalorare. 

Anche perché il papa resta il pontefice romano, non un «bolscevico in tonaca bianca» e nemmeno un teologo della liberazione, che anzi ha collaborato a ricondurre all’ovile della più rassicurante e interclassista Teologia del popolo.
Né possono essere sbrigativamente ridotti a «colore». Vanno invece analizzati, anche per capire in che direzione sta andando la Chiesa cattolica.
È allora di grande utilità il volume, «firmato» papa Francesco, Terra, Casa, Lavoro. Discorsi ai movimenti popolari (prefazione di Gianni La Bella, a cura di Alessandro Santagata, collaboratore del nostro giornale), edito da Ponte alle Grazie e da oggi 5 ottobre in abbinamento facoltativo con il manifesto (10 euro + il prezzo del quotidiano).
Il libro raccoglie i tre discorsi di papa Francesco ai movimenti (contestualizzati da un’ampia postfazione di Santagata) che seguono il filo rosso delle «3T»: la diseguaglianza e l’esclusione sociale, la pace e i cambiamenti climatici il primo; la sovranità alimentare, la democratizzazione della terra, il lavoro e la casa come diritti umani fondamentali il secondo; i muri, le migrazioni e la politica, con un forte appello a fare politica «senza lasciarsi imbrigliare» e «senza lasciarsi corrompere».
È stato possibile «portare nel cuore del Vaticano, da protagoniste, le organizzazioni dei poveri che non si rassegnano alla vita miserabile imposta loro da questo sistema», spiega in un’intervista inedita contenuta nel libro Juan Grabois, componente della direzione nazionale della argentina Confederación de trabajadores de la economía popular nonché uno dei registi dell’Emmp, insieme a Joao Pedro Stédile, leader del Movimento Sem terra del Brasile, e, per parte vaticana, al cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, poi diventato Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale.
«Obiettivo dell’Emmp – prosegue Grabois – è stato offrire uno spazio di fratellanza alle organizzazioni di base dei cinque continenti, un luogo in cui i movimenti avrebbero potuto costruire una piattaforma per fare in modo che gli esclusi siano protagonisti dei processi di cambiamento» e poi, nei successivi incontri, «promuovere l’organizzazione comunitaria degli esclusi per costruire dal basso l’alternativa umana a una globalizzazione emarginatrice che aggredisce persino il diritto inviolabile alla terra, alla casa e al lavoro».
Dopo tre incontri, che fare? La domanda resta aperta. Il rischio, inevitabile, è che anche l’Emmp, se continuerà (a marzo è in programma un nuovo incontro, a Caracas, senza il papa) si trasformi in una sorta di «liturgia» ripetitiva, generica e sterile.
Da parte di Francesco è il tentativo, nota Santagata, di «spostare il centro della missione evangelizzatrice sulla questione sociale» e «di impegnare la più grande e strutturata organizzazione religiosa del mondo in un progetto politico che si propone di incidere in alcune vertenze specifiche», come l’acqua pubblica, il reddito, il diritto alla casa.
Resterà da vedere se la Chiesa cattolica si incamminerà su questa strada.
Dal 5 ottobre, in edicola con il manifesto «Terra, casa, lavoro. Discorsi ai movimenti popolari» di papa Francesco. Un libro edito da Ponte alle Grazie curato da una delle nostre firme Alessandro Santagata. Introduzione di Gianni La Bella.
(Luca Kocci, il manifesto, 05.10.2017)
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