Il nuovo libro di Paolo Scquizzato, “Venire alla Luce. Riflessioni per un tempo di crisi”, il secondo della Collana “Il Giardino del Silenzio”
«Siamo venuti al mondo ma non ancora alla luce. Nati a metà necessitiamo di portarci a compimento.»
Anche le parole dette, o non dette, contribuiscono a portarci alla luce. Anche le parole hanno a che fare con il processo di crescita ed evoluzione umana. Le parole possono costruire, edificare, costruire relazioni. E di contro possono ferire, distruggere.
Quelle che abitano questo libro, il secondo (dopo Fratelli spirituali. Gotama il Buddha, Gesù il Cristo, di Raffaella Arrobbio) della collana “Il Giardino del Silenzio” diretta dall’Autore, sono parole che vorrebbero gettare luce negli ambiti legati particolarmente alla fatica del vivere, della crisi, del male e dell’ombra.
Un libro-bussola che indica la posizione, per non smarrirsi e per capire che cosa significa essere “umani”, che cosa rende una vita “umana”.
Da A di amicizia a V di vuoto, passando per cura, perdono, silenzio e tante altre, si aprono riflessioni delicate e ampie, stati esistenziali, in dialogo con numerosi autori e autrici tra i più cari a don Paolo Scquizzato.
Un libro che desidera accompagnare il risveglio della parte più autentica presente in ogni persona, il prendersi cura della propria vita e far fiorire il “vero Sé”.
«Ognuno di noi ha risorse inutilizzate, angoli dell’anima, cantucci e sacche di consapevolezza che se ne stanno addormentate.
E possiamo anche morire senza averle scoperte, per l’assenza di uno spirito affine che ce le riveli.»