venerdì, Novembre 22, 2024

Il senso della preghiera (P. Paolo Gamberini SJ)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

La nostra preghiera non è ordinata a cambiare Dio e la sua volontà ma a cambiare noi stessi, affinché possiamo disporci ad “ottenere con le nostre preghiere ciò che Dio ha disposto. Dio nella sua liberalità ci dà molte cose anche senza che gliele chiediamo. Ma è per il bene nostro che alcune le condiziona alle nostre preghiere”. (Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, q.83, art. 2)

Tommaso d’Aquino aggiunge anche che non è necessario che noi presentiamo delle preghiere a Dio, per svelare a lui le nostre necessità e i nostri desideri: ma per “chiarire bene a noi stessi che in codesti casi bisogna ricorrere all’aiuto di Dio”. (Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, q.83, art. 2)

Agostino è dello stesso avviso: “la creatura ragionevole offre preghiere a Dio […] per costruire se stessa, non per istruire Dio”. (Agostino, Lettara 140, 29.69)

La preghiera non cambia Dio o lo informa su qualcosa, ma cambia noi stessi.

Gamberini P., Deus 2.0 Ripensare la fede nel post-teismo, Verona, Gabrielli, pp.112-113.

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