venerdì, Novembre 22, 2024

Una preghiera “di immersione”… (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

“Le due dimensioni – cosmica e personale – del contatto con Cristo formano la nostra vita di preghiera. Vanno insieme. Ciò che nella tradizione della non dualità  è la dimensione della bhakti (devozione) e della jnana (contemplazione). Ci si sposta dall’una all’altra.

Parlare con Gesù non “intacca” la nostra dimensione contemplativa ma è anch’esso un modo per mantenere la mente sempre in uno stato di raccoglimento.

La presenza di Cristo è tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ma essa si offre a noi in due modalità: cosmica e personale. Come le due facce della luna: visibile ed invisibile.

(…)

Nella comprensione post-teista di Dio si afferma allo stesso tempo che tutte le cose sono “in Dio”, e che Dio è “in tutte le cose” e “in ogni singola cosa”.

Mentre il teismo tende a separare Dio dalle cose, Dio dal creato, il post-teismo vede la pericoresi dei due movimenti.

Dio in ogni cosa – Ogni cosa in Dio.”

Padre Paolo Gamberini SJ, Orazione di Quiete e Devozione, tratto da https://paologamberinisj.home.blog/

Un nuovo approccio, un percorso diverso, una comunione più profonda con il tutto…

Gli incontri di preghiera/meditazione, che da quest’anno vengono offerti anche qui a Bolzano, hanno lo scopo di favorire un’immersione in questa dinamica di contemplazione, silenzio, pace interiore…

Per ottenere questo è necessario “lasciare andare” tante cose:

La preoccupazione costante per il futuro… che non ci fa vivere pienamente, che ci imprigiona, che aliena le gioie del presente;

Il desiderio… soprattutto quello del “possesso” e del “controllo” che spesso è la radice della nostra infelicità;

L’attaccamento smodato alle cose, alle persone, all’immagine che abbiamo di noi stessi, alla nostra stessa vita… che è solo illusione di potenza (o delirio di onnipotenza!?);

La non accettazione del limite/dei limiti che esistono… indipendentemente dall’idea, coltivata dalla nostra società occidentale, di allontanare sempre di più la morte, la malattia, il dolore, le contrarietà in nome di una immortalità e felicità illusorie.

L’aggressività nel nostro modo di pensare, nel nostro parlare, nelle nostre relazioni… che è la radice di ogni incomprensione;

Una preghiera fatta di parole/”formule” da recitare, di obblighi, di immagini/modalità/espressioni che hanno ormai fatto il loro tempo… pratiche che invece di avvicinarci al Mistero ci respingono e ci allontanano;

La nostra incapacità di abbandonarci a Dio… che è, in sostanza, la radice di ogni solitudine e disperazione!

don Paolo Zambaldi

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