Per la prima volta un papa invita al rifiuto della guerra per ragioni morali, di coscienza. Non solo condanna la guerra (“inutile strage”), ma chiede – non ai governanti, ma ai soldati – di non farla, di disobbedire! Rivoluzione di Francesco contro la politica, anche democratica, che ha l’omicidio di massa tra i suoi mezzi regolari. Chiede ai giovani di boicittare, di disobbedire, di far fallire i governi di guerra.
In realtà, il papa si accoda ai movimenti per la pace attiva, per la criminalizzazione di ogni guerra, che lavorano nel mondo almeno da due secoli. Ma l’appoggio del papa dà voce. Per questo l’informazione conformista lo mette a tacere, parlando d’altro.
Francesco chiama i giovani, e anche noi vecchi, a fare la principale rivoluzione, quella che nessuna delle moderne rivoluzioni ha fatto (forse meglio di tutte ha fatto la rivoluzione femminista).
Francesco invita i giovani a disobbbedire agli ordini di guerra. Senza i soldati la guerra non si fa. La faranno con corrotti e venduti, anche per miseria, ma almeno non ci saranno persone libere. Faranno la guerra con gli schiavi, da far ammazzare purché ammazzino ben bene altri schiavi.
Gli uomini liberi annullano la guerra. Francesco propone come esempio Franz Jaegerstaetter che disobbedì a Hitler, che quindi viene indicato come tipico comandante da non obbedire, come chi oggi comanda di fare la guerra. Non fu affatto l’unico, tanti furono i ribelli di coscienza, anche tedeschi, ma l’austriaco Franz (che Francesco cita insieme a Bonhoeffer) è un esempio chiaro.
Il papa boicotta il recultamento dei governi, per qualunque ragione di guerra.
Per lo più le religioni fanno accettare l’autorità politica anche se fa guerra. Era un peccato disobbedire ai capi, ora il papa chiede di fare questo “peccato”. Corregge una lunga tradizione. Non glielo perdoneranno. Dobbiamo difenderlo con la forza civile della parola umana.
La guerra con Francesco diventa un discrimine morale essenziale: o sei umano, o disumano! I giornali del conformismo fanno finta di non vederlo, chiacchierano del ginocchio e delle dimissioni o non dimissioni del papa, per non parlare della cosa più importante: il papa sta invitando le nuove generazioni ad una rivolta nonviolenta di coscienza contro la politica omicida, che ammette tra i suoi mezzi la guerra, stragismo criminale sempre, senza mai più alcuna giustificazione.
Ci sono giustificazioni per ammazzare il nemico personale? No. E neppure per ammazzare il nemico politico del tuo stato. Ma se ti aggredisce? La storia indica altri mezzi nonviolenti, che i politici statal-bellici, anche democratici, non vogliono sapere. Perché? Perché sono dipendenti servili dell’economia di guerra, anche i politici “democratici”
Ecco il brano centrale del messaggio del Santo Padre ai partecipanti alla “EU Youth Conference” (Praga, 11-13 luglio 2022), 11.07.2022:
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L’idea di un’Europa unita è sorta da un forte anelito di pace dopo tante guerre combattute nel Continente, e ha portato a un periodo di pace durato settant’anni. Ora dobbiamo impegnarci tutti a mettere fine a questo scempio della guerra, dove, come al solito, pochi potenti decidono e mandano migliaia di giovani a combattere e morire. In casi come questo è legittimo ribellarsi!
Qualcuno ha detto che, se il mondo fosse governato dalle donne, non ci sarebbero tante guerre, perché coloro che hanno la missione di dare la vita non possono fare scelte di morte. Allo stesso modo mi piace pensare che, se il mondo fosse governato dai giovani, non ci sarebbero tante guerre: coloro che hanno tutta la vita davanti non la vogliono spezzare e buttare via ma la vogliono vivere in pienezza.
Vorrei invitarvi a conoscere una figura straordinaria di giovane obiettore, un giovane europeo dagli “occhi grandi”, che si è battuto contro il nazismo durante la seconda guerra mondiale, Franz Jägerstätter, proclamato Beato dal Papa Benedetto XVI. Franz era un giovane contadino austriaco che, a motivo della sua fede cattolica, fece obiezione di coscienza di fronte all’ingiunzione di giurare fedeltà a Hitler e di andare in guerra. Franz era un ragazzo allegro, simpatico, spensierato, che crescendo, grazie anche alla moglie Francesca, con la quale ebbe tre figli, cambiò la sua vita e maturò convinzioni profonde.
Quando venne chiamato alle armi si rifiutò, perché riteneva ingiusto uccidere vite innocenti. Questa sua decisione scatenò reazioni dure nei suoi confronti da parte della sua comunità, del sindaco, anche di familiari. Un sacerdote tentò di dissuaderlo per il bene della sua famiglia. Tutti erano contro di lui, tranne sua moglie Francesca, la quale, pur conoscendo i tremendi pericoli, stette sempre dalla parte del marito e lo sostenne fino alla fine. Nonostante le lusinghe e le torture, Franz preferì farsi uccidere che uccidere. Riteneva la guerra totalmente ingiustificata. Se tutti i giovani chiamati alle armi avessero fatto come lui, Hitler non avrebbe potuto realizzare i suoi piani diabolici. Il male per vincere ha bisogno di complici.
Franz Jägerstätter venne ucciso nella prigione dove era rinchiuso anche il suo coetaneo Dietrich Bonhoeffer, giovane teologo luterano tedesco, antinazista, che fece anch’egli la stessa tragica fine. (…)